Newsletter Fitoterapia nr. 41 – Gennaio 2019
La vitamina D nella Sindrome dell’Intestino Irritabile
Iran J Immunol. 2018 Sep;15(3):186-196. doi: 10.22034/IJI.2018.39388. PubMed
Vitamin D3 Induced Decrease in IL-17 and Malondialdehyde, and Increase in IL-10 and Total Antioxidant Capacity Levels in Patients with Irritable Bowel Syndrome.
Nel mondo moderno, prevalentemente occidentalizzato, molte persone lamentano di soffrire cronicamente di disturbi intestinali descritti in modo molto semplice come: “mi fa male la pancia”, “vado male di corpo”, “ho la pancia gonfia”, “ho spesso diarrea”.
L’ insieme di questi sintomi è suggestivo della “Sindrome dell’Intestino Irritabile” (IBS).
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale funzionale di ampia diffusione che si stima interessi attualmente circa il 20% della popolazione mondiale e rappresenta il motivo del 20 fino al 50% di visite gastroenterologiche (N Engl J Med 2003;349:2136).
Come noto la sintomatologia di questa sindrome si presenta in modo multiforme e variabile determinando disturbi prevalenti o misti, anche molto fastidiosi, come dolore addominale, generali alterazioni dell’ alvo e distensione addominale anche se a questi sintomi più frequenti, si possono associare molti altri sintomi come ad esempio emicrania, ansia, depressione, fibromialgia, fatica cronica, cistite e problemi nella sfera sessuale [1].
1.Defrees, Dean Nathanial, and Justin Bailey. “Irritable bowel syndrome: epidemiology, pathophysiology, diagnosis, and treatment.” Primary Care: Clinics in Office Practice (2017).
Caratteristica di questa sintomatologia è il presentarsi cronicamente come un disturbo gastrointestinale funzionale ad andamento remittente e deve essere correttamente diagnosticata [2] attraverso precisi criteri di esclusione di presenza di patologie gastrointestinali di altra natura; L’IBS determina un significativo scadimento della qualità globale di vita del paziente causando assenze dal lavoro, limitazioni delle relazioni sociali ed interpersonali oltre ad elevati costi sociali (Dave Nellesen et al., JMCP Journal of Managed Care Pharmacy,2013).
2. Longstreth GF, Thompson WG, Chey WD, Houghton LA, Mearin F, Spiller RC. Functional bowel disorders. Gastroenterology. 2006; 130:1480-91.
Circa dagli anni 2000 (Drossmann,1999) il pensiero scientifico è concorde nel definire la Sindrome dell’ Intestino Irritabile come manifestazione di un’ alterazione della funzione dell’ asse “cervello – intestino” (Drossmann,1999) con una aumento della sensibilità viscerale; questa sindrome si manifesta come una realtà “multifattoriale” per molteplicità e variabilità di sintomatologia gastrointestinale e per molteplicità di fattori causali e di coinvolgimenti fisiopatologici;
al riguardo è significativo osservare come dagli anni ’50, nei quali si riconosceva come quasi unica e prevalente causa del problema la componente psicosomatica, entro la fine degli anni ’60 sia stata indicata tra le cause del problema, anche l’ alterazione della motilità intestinale; tra gli anni ’70 ed ’80 è stata individuata nella fisiopatologia dell’ IBS la componente della “sensibilità viscerale” e tra gli anni ’80 e 2000 l’ aspetto dell’ interazione “brain-gut”; dagli anni 2000 ad oggi è stata inoltre posta come centrale la componente biotica ed il mantenimento della corretta vitalità della flora batterica intestinale oltre al coinvolgimento di fenomeni irritativi o infiammatori intestinali non cronici. Sempre negli ultimi anni si è poi individuata una correlazione piuttosto evidente tra aspetti dietologici, carenze di nutrienti o micronutrienti (vitamine) e l’ insorgenza dell’ IBS nei casi in cui questa non sia conseguenza di fattori casuali certi come disturbi psichiatrici, traumi psico-emotivi, eventi infettivi intestinali pregressi, intolleranze alimentari certe o allergie.
Conseguentemente alla progressiva conoscenza della “multifattorialità” del problema, nel corso degli anni si è modificato anche l’approccio terapeutico che all’ impiego di farmaci (es.: antispastici, antidiarroici, lassativi, antidepressivi, agonisti della serotonina) ha aggiunto anche altri approcci come la terapia fisica (massaggi, agopuntura, reflessologia, shiatsu), la psicoterapia (Biofeedback), la dietologia specifica (FODMAPs), la fitoterapia, l’omeopatia, la nutrizione funzionale; tuttavia negli ultimi anni si è posta massima attenzione a sostanze probiotiche e prebiotiche (Ford et al,AJG,2014,109:1547-1561) utili a sostenere l’ eubiosi intestinale e a contrastare indirettamente i fenomeni irritativi intestinali.
Tra i vari approcci citati è altresì tradizionale e sempre più frequente il ricorso ad approcci complementari (CAM) o rimedi naturali a base piante medicinali [3], tradizionalmente utilizzate per contrastare l’ eccesso della produzione dei biogas e facilitarne l’ eliminazione (es.: apiaceae) e/o generalmente utili per contrastare anche i fenomeni infiammatori intestinali (es.: zingiberaceae).
3. Edith Lahner, Stefano Bellentani et al., On Behalf of the Study Group Primary Care in Gastroenterology of the Italian Society of Gastroenterology. A survey of pharmacological and Non pharmacological treatment of functional gastrointestinal disorders, United European Gastroenterology Journal, October 2013
Tra i preparati naturali utili nel contrastare la generale sintomatologia dell’IBS, se ne distinguono attualmente alcuni che associano a moderne forme estrattive di piante medicinali tradizionalmente utilizzate nei disturbi intestinali, altre sostanze che concorrono a generali effetti antinfiammatori e favorenti la vitalità della flora batterica intestinale, come ad esempio vitamine specifiche (es.: D, A) e/o pre-biotici.
Ad esempio attuali sono le evidenze scientifiche cha avvalorano il rilevante ruolo della vitamina D nel favorire il benessere intestinale; lavori scientifici anche recentissimi indicano una correlazione tra carenze di vitamina D e l’ insorgenza di IBS e/o di malattie infiammatorie intestinali [4,5,6].
4.Kong, Juan, et al. “Novel role of the vitamin D receptor in maintaining the integrity of the intestinal mucosal barrier.” American Journal of Physiology-Gastrointestinal and Liver Physiology 294.1 (2008): G208-G216.
5.Martinesi, Maria, et al. “Role of vitamin D derivatives in intestinal tissue of patients with inflammatory bowel diseases.” Journal of Crohn’s and Colitis 8.9 (2014): 1062-1071.
6.Narula, Neeraj, and John K. Marshall. “Management of inflammatory bowel disease with vitamin D: beyond bone health.” Journal of Crohn’s and Colitis 6.4 (2012): 397-404.
L’articolo scientifico che segnaliamo, disponibile in PubMed da settembre 2018, offre una ulteriore valutazione del razionale della supplementazione della vitamina D nella Sindrome dell’ Intestino Irritabile.
L’articolo in breve
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) si manifesta con un’ampia variabilità sia di segni clinici sia di coinvolgimento di meccanismi fisiopatologici a secondo dei vari sotto tipi (IBS-D: ad impronta diarroica; IBS-C: ad impronta stiptica; IBS-A: con alternanza di diarrea e stipsi) e per questi motivi è un fatto riconosciuto che la risposta ai trattamenti possa essere diversa e variabile.
Lo studio scientifico si è posto l’obiettivo di valutare l’effetto della vitamina D, in pazienti con IBS, sulle citochine infiammatorie (IL-17, IL-10, TNF-α) e sui “biomarkers” dello stress ossidativo TAC (capacità antiossidante totale) e malondialdeide (MDA).
Lo studio clinico è stato condotto per 6 mesi, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, su 90 pazienti affetti da IBS secondo inquadramento definito dai criteri di Roma III.
AI partecipanti allo studio sono state somministrate 50.000 UI di vitamina D3 o un placebo ogni 15 giorni.
Al termine dello studio nel gruppo trattato con vitamina D è stata osservata una riduzione statisticamente significativa (P <0,05) dei livelli serici di IL-17 e MDA (malondialdeide) ed un incremento notevole (P <0,05) della TAC (capacità antiossidante totale) e dei livelli serici di IL-10 (citochina anti – infiammatoria).
Rispetto ai diversi sottotipi di IBS lo studio ha evidenziato che la supplementazione con vitamina D, rispetto al gruppo placebo, ha ridotto significativamente i livelli sierici di TNF-α, IL-17 e MDA (P <0,05) solo nel forma diarroica dell’IBS (IBS-D) tuttavia i livelli della TAC (capacità antiossidante totale) sono aumentati anche in tutti gli altri sottotipi di IBS.
Lo studio conclude che la supplementazione di vitamina D3 riduce i livelli sierici di IL-17 e MDA e aumenta i livelli di IL-10 e TAC nel siero di pazienti con IBS, in particolare nel sottotipo IBS-D, dimostrando gli effetti benefici della vitamina D in pazienti con IBS.
Dall’ articolo
Nell’ introduzione allo studio gli autori evidenziano che nei pazienti con IBS la percezione della sintomatologia possa essere molto differente nella funzione autonomica e per le caratteristiche dei sintomi (abitudini intestinali) tra diversi sottotipi di IBS [7,8].
A causa dell’ eterogeneità dei sintomi clinici e dei diversi meccanismi fisiopatologici tra i sottotipi di IBS (IBS-C, IBS-D e IBS-A), è generalmente accettato che la risposta ai trattamenti possa essere diversa [9].
7. Schmulson M, Lee O-Y, Chang L, Naliboff B, Mayer EA. Symptom differences in moderate to severe IBS patients based on predominant bowel habit. Am J Gastroenterol. 1999; 94:2929-35;
8.Elsenbruch S, Orr WC. Diarrhea-and constipation-predominant IBS patients differ in postprandial autonomic and cortisol responses. Am J Gastroenterol. 2001; 96:460-6]
9.Corazziari E, Bytzer P, Delvaux M, Holtmann G, Malagelada J, Morris J, et al. Clinical trial guidelines for pharmacological treatment of irritable bowel syndrome. Aliment Pharmacol Ther. 2003; 18:569-80
Nella patogenesi dell’ IBS vengono oggi riconosciuti fattori sia centrali che periferici così come l’ influenza dei fenomeni infiammatori che alterano la funzione intestinale nei pazienti con IBS cosi come anche confermato (tramite esame istologico) dall’aumento delle cellule immunitarie nel colon o nell’ileo terminale in pazienti con IBS [10].
Altri mediatori immunitari e infiammatori, come le citochine pro infiammatorie, vengono inoltre indicate come coinvolte nei meccanismi che provocano l’ipersensibilità viscerale che viene ritenuta coinvolta nello sviluppo dei sintomi clinici dell’IBS come il disagio cronico e il dolore [11].
Nel 2013, uno studio ha inoltre suggerito che le alterazioni dell’ equilibrio ossidante-antiossidante potrebbe avere un ruolo nell’ IBS e nei suoi sintomi clinici [12].
10. Collins S, Piche T, Rampal P. The putative role of inflammation in the irritable bowel syndrome.Gut. 2001; 49:743-5
11.Spiller R, Aziz Q, Creed F, Emmanuel A, Houghton L, Hungin P, et al. Guidelines on the irritable bowel syndrome: mechanisms and practical management. Gut. 2007; 56:1770-98
12. Mete R, Tulubas F, Oran M, Yilmaz A, Avci BA, Yildiz K, et al. The role of oxidants and reactive nitrogen species in irritable bowel syndrome: A potential etiological explanation. MedSci Monit. 2013;19:762-6]
Il ruolo antinfiammatorio e immunomodulatore della vitamina D è stato dimostrato in diverse malattie [13,14].
13. Lemire JM. Immunomodulatory role of 1, 25‐ dihydroxyvitamin D3. J Cell Biochem. 1992; 49:26-31.
14. Coussens AK, Martineau AR, Wilkinson RJ. Anti-Inflammatory and Antimicrobial Actions of Vitamin D in Combating TB/HIV. Scientifica. 2014;2014:903680
Come noto la vitamina D si dimostra in grado di inibire la proliferazione e la differenziazione delle cellule mononucleate riducendo la produzione di citochine pro infiammatorie [15]; inoltre nei pazienti con IBS la carenza di vitamina D (VDD) è stata recentemente correlata ad un aumento del rischio di osteoporosi [16,17].
15. Lemire JM. Immunomodulatory role of 1, 25‐ dihydroxyvitamin D3. J Cell Biochem. 1992; 49:26-31
16. Stobaugh D, Deepak P, Ehrenpreis E. Increased risk of osteoporosis-related fractures in patients with irritable bowel syndrome. Osteoporos Int. 2013; 24:1169-75.
17. Sprake EF, Grant VA, Corfe BM. Vitamin D3 as a novel treatment for irritable bowel syndrome: single case leads to critical analysis of patient-centred data. BMJ Case Rep. 2012;2012.
Un ulteriore studio ha dimostrato che la carenza di vitamina D (VDD) potrebbe influenzare le risposte delle cellule T helper (Th17) e che livelli serici normali di vitamina D proteggerebbero dall’ infiammazione mediata da IL-17 [18]; già in precedenza era stato dimostrato il ruolo antiossidante della vitamina D [19].
18. Ranganathan P, Khalatbari S, Yalavarthi S, Marder W, Brook R, Kaplan MJ. Vitamin D deficiency, interleukin 17, and vascular function in rheumatoid arthritis. J Rheumatol. 2013; 40:1529-34.
19. Wiseman H. Vitamin D is a membrane antioxidant Ability to inhibit iron-dependent lipid peroxidation in liposomes compared to cholesterol, ergosterol and tamoxifen and relevance to anticancer action. FEBS Lett. 1993; 326:285-8.
Nella discussione dello studio gli autori riferiscono come importante considerazione che la somministrazione per 6 mesi di vitamina D3 (50.000 UI ogni 15 gg) non ha determinato effetti avversi coerentemente con quanto già osservato in un altro studio che ha evidenziato la sicurezza di dosi di vitamina D3 fino a 10.000 UI / die nell’uomo [20] come anche già evidenziato nello studio di Jalili et al. in cui nessun effetto avverso si è verificato somministrando una supplementazione di vitamina D (50.000 UI bisettimanali per sei settimane) in pazienti con IBS [21].
20. Hathcock JN, Shao A, Vieth R, Heaney R. Risk assessment for vitamin D. Am J Clin Nutr.2007; 85:6-18
21. Jalili M, Hekmatdoost A, Vahedi H, Poustchi H, Khademi B, Saadi M, et al. Co-Administrationof Soy Isoflavones and Vitamin D in Management of Irritable Bowel Disease. PloS one.2016;11:e0158545.
Partendo dalla premessa che la patogenesi dell’ IBS non è ancora completamente conosciuta e che essa sia interessata sia da fattori centrali sia da fattori periferici [22] è stato inoltre dimostrato che i pazienti con IBS manifestano livelli più alti di citochine infiammatorie (come TNF-α, IL-1β e IL-6) rispetto ai soggetti sani [23].
22. Collins S, Piche T, Rampal P. The putative role of inflammation in the irritable bowel syndrome.Gut. 2001; 49:743-5.
23. Liebregts T, Adam B, Bredack C, Röth A, Heinzel S, Lester S, et al. Immune activation inpatients with irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2007; 132:913-20.
La ricerca scientifica ha anche recentemente suggerito che l’infiammazione svolga un ruolo importante nel modificare la funzione intestinale e determinare l’ipersensibilità viscerale nell’IBS [24] evidenziando che l’ infiammazione e qualsiasi lesione ai tessuti sono correlate con meccanismi che determinano un accrescimento della sensibilità del sistema nervoso, provocando così una maggiore sensibilità al dolore e generando il fenomeno noto come ipersensibilità viscerale [25,26].
24. Collins S, Piche T, Rampal P. The putative role of inflammation in the irritable bowel syndrome.Gut. 2001; 49:743-5.
25. Spiller R, Aziz Q, Creed F. Guidelines on the irritable bowel syndrome: mechanisms and practical management. Gut. 2007; 56:1770-98.
26. Treede R-D, Meyer RA, Raja SN, Campbell JN. Peripheral and central mechanisms of cutaneoushyperalgesia. Prog Neurobiol. 1992; 38:397-421.
Risultano inoltre orientativi i dati scientifici che indicano che nei pazienti con IBS, in correlazione all’infiammazione, si osserva anche la disfunzione autonomica ed una esagerata risposta agli agenti stressanti dell’ asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) (che è il principale sistema endocrino di risposta allo stress nell’uomo) [27].
È stato inoltre dimostrato che le citochine pro infiammatorie circolanti (come il TNF-a), regolano la secrezione del ormone rilasciante la corticotropina (CRH), che è il principale peptide regolatore dell’asse HPA [28].
27. Dinan T, Quigley E, Ahmed S, Scully P, O’Brien S, O’Mahony L, et al. Hypothalamic-pituitarygutaxis dysregulation in irritable bowel syndrome: plasma cytokines as a potential biomarker?Gastroenterology. 2006; 130:304-11.
28. Turnbull AV, Rivier CL. Regulation of the hypothalamic-pituitary-adrenal axis by cytokines:actions and mechanisms of action. Physiol Rev. 1999; 79:1-71.
È stato ben documentato che la vitamina D è potenzialmente un agente immunomodulatore e antinfiammatorio in grado di influenzare il coinvolgimento delle citochine infiammatorie in diverse patologie [29,30,31].
29. Coussens AK, Martineau AR, Wilkinson RJ. Anti-inflammatory and antimicrobial actions of vitamin D in combating TB/HIV. Scientifica. 2014;2014.
30. Schleithoff SS, Zittermann A, Tenderich G, Berthold HK, Stehle P, Koerfer R. Vitamin D supplementation improves cytokine profiles in patients with congestive heart failure: a doubleblind, randomized, placebo-controlled trial. The Am J Clin Nutr. 2006; 83:754-9.
31. Shab¬Bidar S, Neyestani TR, Djazayery A, Eshraghian MR, Houshiarrad A, Kalayi A, et al. Improvement of vitamin D status resulted in amelioration of biomarkers of systemic inflammation in the subjects with type 2 diabetes. Diabetes Metab Res Rev. 2012; 28:424-30.
Analogamente agli studi summenzionati [29,30,31] anche il presente studio non è stato in grado di identificare eventuali differenze significative nel cambiamento medio dei livelli di TNF-α tra i due gruppi a seguito della supplementazione di vitamina D tuttavia nello studio è risultato invece evidente un aumento delle concentrazioni sieriche di IL-10 ed una riduzione di IL-17 che è un potente mediatore dell’infiammazione che può creare l’induzione di diversi geni infiammatori [32]; pertanto per la futura farmacoterapia, le sostanze appartenenti alla famiglia dell’ IL-17 ed i loro recettori rappresentano importanti obiettivi di studio [33].
32. Fujino S, Andoh A, Bamba S, Ogawa A, Hata K, Araki Y, et al. Increased expression ofinterleukin 17 in inflammatory bowel disease. Gut. 2003; 52:65-70.
33. Kolls JK, Lindén A. Interleukin-17 family members and inflammation. Immunity. 2004; 21:467-76.
La riduzione dei livelli serici di IL-17 dopo 6 mesi di supplementazione con vitamina D osservata nello studio è coerente con lo studio di Correale et al. [34] che aveva analizzato l’impatto della vitamina D sulla produzione di IL-7 da parte delle cellule T concludendo che la vitamina D aveva ridotto il numero delle cellule T producenti IL-17 ed incrementato la produzione di IL-10. Un altro studio aveva inoltre concluso che la vitamina D svolgerebbe un importante ruolo modulatorio sulle cellule T CD4+ che inducono la produzione di IL-13 e IL-17 in risposta agli allergeni [35].
34. Correale J, Ysrraelit MC, Gaitán MI. Immunomodulatory effects of Vitamin D in multiple sclerosis. Brain. 2009:awp033.
35. Zhong H, Zhou X-J, Hong J-G. The Effects of Vitamin D on Allergen-Induced Expression of Interleukin-13 and Interleukin-17 in Cord Blood CD4+ T Cells. Iran J Allergy Asthma Immunol. 2014; 13:93-7.
Come anticipato esistono attualmente prove che lo stress ossidativo può essere coinvolto nella patogenesi dell’ IBS [35], causando lesioni tissutali, e attivazione delle cellule immunitarie, che di conseguenza portano a ipersensibilità viscerale [36,37].
36. Mete R, Tulubas F, Oran M, Yilmaz A, Avci BA, Yildiz K, et al. The role of oxidants and reactive nitrogen species in irritable bowel syndrome: A potential etiological explanation. Med Sci Monit. 2013;19:762-6.
37. Spiller R, Aziz Q, Creed F. Guidelines on the irritable bowel syndrome: mechanisms and practical management. Gut. 2007; 56:1770-98.
Diversi studi hanno chiarito il ruolo antiossidante della vitamina D in altre patologie [38,39]; ad esempio Asemi et al. hanno concluso che la somministrazione di vitamina D induceva un incremento significativo (P <0,05) della concentrazione di TAC (attività antiossidante totale) nelle donne in gravidanza [40] mentre Tarcin et al. hanno evidenziato che la supplementazione di vitamina D, in soggetti con carenza di vitamina D asintomatica, ha ridotto significativamente i livelli serici di MDA (malondialdeide) [41].
38. Wiseman H. Vitamin D is a membrane antioxidant Ability to inhibit iron-dependent lipid peroxidation in liposomes compared to cholesterol, ergosterol and tamoxifen and relevance to anticancer action. FEBS Lett. 1993; 326:285-8.
39. Sharifi N, Amani R, Hajiani E, Cheraghian B. Does vitamin D improve liver enzymes, oxidative stress, and inflammatory biomarkers in adults with non-alcoholic fatty liver disease? A randomized clinical trial. Endocrine. 2014; 47:70-80.
40. Asemi Z, Samimi M, Tabassi Z, Shakeri H, Esmaillzadeh A. Vitamin D supplementation affects serum high-sensitivity C-reactive protein, insulin resistance, and biomarkers of oxidative stress in pregnant women. J Nutr. 2013; 143:1432-8.
41. Tarcin O, Yavuz DG, Ozben B, Telli A, Ogunc AV, Yuksel M, et al. Effect of vitamin D deficiency and replacement on endothelial function in asymptomatic subjects. J Clin Endocrinol Metab. 2009; 94:4023-30.
Anche in questo studio, è stato chiarito che la vitamina D è stata in grado di ridurre significativamente (P <0,05) IL-17 e MDA e di incrementare i livelli medi serici di TAC in pazienti con IBS tuttavia lo studio ha chiarito questi aspetti in modo più specifico nei vari sottotipi di IBS; il confronto dei risultati relativi alla supplementazione di vitamina D nei diversi sottotipi di IBS ha evidenziato che la riduzione di citochine pro-infiammatorie (TNF-α e IL-17) si è dimostrata significativa (P> 0.05) in pazienti con IBS-D, mentre non sono stati osservati cambiamenti significativi in altri sottotipi anche se in tutti i sottotipi i livelli sierici di citochina di IL-10 (antiinfiammatoria) è aumentata nel gruppo vitamina D rispetto al placebo.
Le spiegazioni, associate alle diverse risposte al trattamento con vitamina D nei vari sottotipi di IBS, sono multifattoriali e includono sostanziali differenze fisiopatologiche [42,43]. Diversi studi recenti hanno dimostrato che i livelli sierici di citochine infiammatorie sono diversi nei diversi sottotipi di IBS [44,45].
42. Schmulson M, Lee O-Y, Chang L, Naliboff B, Mayer EA. Symptom differences in moderate to severe IBS patients based on predominant bowel habit. Am J Gastroenterol. 1999; 94:2929-35.43. Elsenbruch S, Orr WC. Diarrhea-and constipation-predominant IBS patients differ in postprandial autonomic and cortisol responses. Am J Gastroenterol. 2001; 96:460-6.
44. Liebregts T, Adam B, Bredack C, Röth A, Heinzel S, Lester S, et al. Immune activation in patients with irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2007; 132:913-20.
45. Turnbull AV, Rivier CL. Regulation of the hypothalamic-pituitary-adrenal axis by cytokines: actions and mechanisms of action. Physiol Rev. 1999; 79:1-71.
Liebregts et al. hanno dimostrato che l’ aumento del rilascio di citochine infiammatorie come TNF-α, IL-1β, IL-6, nei pazienti con IBS-D, è associato all’aumento dei sintomi [46] mentre Hughes et al. hanno concluso che nei pazienti con IBS-D contrariamente a quelli con IBS-C, i livelli sierici di citochine infiammatorie erano più alti e i livelli sierici di TNF-α aumentavano con l’aumentare dell’intensità del dolore auto-riferito [47].
46. Liebregts T, Adam B, Bredack C, Röth A, Heinzel S, Lester S, et al. Immune activation in patients with irritable bowel syndrome. Gastroenterology. 2007; 132:913-20.
47. Hughes PA, Harrington AM, Castro J, Liebregts T, Adam B, Grasby DJ, et al. Sensory neuroimmune interactions differ between irritable bowel syndrome subtypes. Gut. 2013; 62:1456-65.
Pur nei suoi limiti lo studio è stato il primo a valutare l’effetto della vitamina D sul rilascio di citochine infiammatorie e sulla modulazione dello stress ossidativo in pazienti con IBS; nello studio vengono ulteriormente chiariti i coinvolgimenti di alterazioni mucosali, infiammazione e aumento dell’ attività immunitaria che nei pazienti con in IBS svolgono ruoli cruciali nell’ alterazione delle funzioni intestinali, nel concorrere all’ ipersensibilità viscerale e nel determinare il sottotipo clinico; nello studio viene inoltre confermato il ruolo delle alterazioni del bilancio tra sostanze antiossidanti e pro-ossidanti nella patogenesi dell’ IBS. Pur nella necessità di ulteriori ricerche per sostenere ulteriormente l’ uso della vitamina D nella pratica clinica, gli autori dello studio hanno ulteriormente chiarito gli effetti antinfiammatori ed antiossidanti della vitamina D che hanno determinato una significativa riduzione dei livelli di citochine infiammatorie specialmente in pazienti con IBS-D evidenziando i benefici della vitamina D nei pazienti con IBS.
Iran J Immunol. 2018 Sep;15(3):186-196. doi: 10.22034/IJI.2018.39388. PubMed
Vitamin D3 Induced Decrease in IL-17 and Malondialdehyde, and Increase in IL-10 and Total Antioxidant Capacity Levels in Patients with Irritable Bowel Syndrome.
Amani R(1), Abbasnezhad A, Hajiani E, Cheraghian B, Abdoli Z, Choghakhori R.
Author information:
Abstract
BACKGROUND: Given the variations in clinical presentation and physiopathological mechanisms in irritable bowel syndrome (IBS) subtypes, it is an acknowledged fact that the response to treatments can be disparate.
OBJECTIVE: To assess the effect of vitamin D on inflammatory cytokines (IL-17, IL-10, TNF-α), and biomarkers of oxidative stress (total antioxidant capacity (TAC), and malondialdehyde (MDA)) among IBS patients.
METHODS: A double-blind, randomized, placebo-controlled 6-month intervention study was carried out on 90 IBS patients (85 were analyzed), as defined by the Rome III criteria. Study participants were randomly assigned to receive either 50,000 IU vitamin D3 or a placebo fortnightly.
RESULTS: Vitamin D supplementation significantly reduced the IL-17 and MDA serum levels (P<0.05) and observably increased the TAC and IL-10 serum levels (P<0.05), compared with the placebo group. Comparing different bowel habit subtypes, we observed that it was only in diarrhea predominant IBS (IBS-D) that vitamin D supplementation was able to significantly reduce the serum levels of TNF-α and IL-17 (P<0.05). However, in all subtypes, IL-10 and TAC increased, while MDA decreased (P<0.05) in vitamin D group, compared to the placebo group.
CONCLUSION: Vitamin D3 supplementation reduces the serum IL-17 and MDA levels, and augments the serum IL-10 and TAC levels in IBS patients, particularly in IBS-D subtype. Thus, the present study demonstrates the beneficial effects of vitamin D on patients with IBS-D.
DOI: 10.22034/IJI.2018.39388
PMID: 30246694 [Indexed for MEDLINE]
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