Newsletter Fitoterapia nr. 58 – Aprile 2021

La Passiflora nei disturbi del sonno in “Covid-19 age”

International clinical psychopharmacology, 35(1), 29-35.PubMed.

“Effects of Passiflora incarnata Linnaeus on polysomnographic sleep parameters in subjects with insomnia disorder: A double-blind randomized placebo-controlled study. ” 

Lee, J., Jung, H. Y., Lee, S. I., Choi, J. H., & Kim, S. G. (2020). 

 

La newsletter

La pandemia di Covid-19 ha esercitato nel mondo un elevato impatto sulla salute ed il benessere mentale della popolazione. Questo contesto ha determinato anche in Italia un significativo incremento dell’uso di farmaci e di integratori naturali per controllare comuni sintomatologie ansiose e disturbi del sonno che incidono sulla popolazione in generale più di un tempo. Questa newsletter tratteggia gli attuali razionali d’utilità dell’impiego di preparati contenenti Passiflora incarnata L. che è tradizionalmente nota per i suoi effetti “ansiolitici” e pro-sonno che vengono dimostrati anche dal recente studio clinico che segnaliamo. Questo studio clinico è uno dei pochissimi disponibili che dimostra l’azione di Passiflora sul sonno attraverso i parametri oggettivi della polisonnografia.

 

Covid-19 e i disturbi del sonno

Un recentissimo studio disponibile in PubMed (2021) conferma che la pandemia di Coronavirus del 2019 (COVID-19) è diventata un’emergenza sanitaria globale e che le azioni estreme volte a ridurre la diffusione del virus hanno cambiato profondamente lo stile di vita della popolazione italiana. Primariamente la paura di contrarre l’infezione ha generato alti livelli di ansia e la pandemia ha esercitato un reale impatto negativo sulla qualità del sonno, sulla generale sintomatologia ansiosa correlandosi a significativo disagio psicologico. In questo studio , attraverso un sondaggio online, sono state raccolte informazioni su dati sociodemografici, sulla qualità del sonno, su disturbi generali del sonno, su sintomi d’ansia generalizzata, su disagio psicologico e sulla sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Lo studio ha concluso che su 2291 intervistati il 57,1% dei partecipanti ha riferito scarsa qualità del sonno, il 32,1% ansia elevata, il 41,8% angoscia elevata e il 7,6% ha riportato sintomatologia PTSD collegata a COVID-19. L’incertezza sulla possibile infezione da COVID-19 e la paura del contatto diretto con le persone infette da COVID-19 ha aumentato il rischio di sviluppare disturbi del sonno, così come di livelli più elevati di ansia e angoscia. Lo studio ha evidenziato inoltre una relazione significativa tra qualità del sonno, ansia generalizzata e disagio psicologico con sintomi di disturbo da stress post-traumatico correlati a COVID-19. Secondo lo studio la pandemia di COVID-19 sembra essere un reale fattore di rischio per il disturbi del sonno e malattie psicologiche nella popolazione italiana, come precedentemente segnalato in Cina. Questi risultati potrebbero essere usati come punto di partenza per sviluppare interventi psicologici per ridurre al minimo le conseguenze a breve e a lungo termine della pandemia COVID-19.[5]

 

Il moderno profilo degli integratori per il sonno

Inquadrando i problemi del sonno trattabili con gli integratori naturali come appartenenti ad una sfera non francamente patologica, questi disturbi, che tuttavia creano scadimento della complessiva qualità di vita, possono essere riassunti nella difficoltà di addormentamento e nell’insufficiente quantità di sonno, nei frequenti risvegli notturni, nel risveglio precoce mattutino correlati alla percezione di un sonno non ristoratore.
Queste problematiche molto comuni hanno generato durante la pandemia di Covid-19 un significativo aumento del consumo di farmaci ed integratori (fitoterapici e non) con finalità ansiolitiche e pro-sonno ed in particolare la classe degli integratori ha mostrato nei primi mesi del 2021 una crescita di consumi quasi esponenziale. La gestione delle problematiche funzionali del sonno e dei disturbi d’ansia con prodotti diversi dai farmaci, come con integratori specifici o fito-medicinali, risulta comunque negli ultimi anni di crescente interesse. Questo fenomeno risponde ad un attuale approccio socioculturale sia nel Medico prescrittore sia nel paziente, nei quali cresce rispetto ad un tempo, la fiducia in prodotti alternativi ai farmaci ansiolitici in situazioni funzionali. Questi preparati integrativi offrono il vantaggio, nelle comuni condizioni funzionali, di limitare l’abitudine all’assunzione di farmaci ansiolitici, che dovrebbero trovare indicazione solo in condizioni francamente patologiche, ed il vantaggio di un minore rischio di abuso e di effetti indesiderati a breve e lungo termine. Il fenomeno tuttavia risponde anche a quanto oggi l’industria farmaceutica offre, sempre più, in termini di integratori specifici e di elevata qualità e dall’azione dimostrata anche da crescenti evidenze cliniche. Più che in altri casi, l’azione di questa tipologia di integratori dipende direttamente dall’aspetto qualitativo della loro formulazione che ne determina la bioattività; rispetto ad un tempo i più moderni integratori rispondono a severi requisiti di specificità dei bioattivi utilizzati, di qualità degli stessi, di adeguato dosaggio di bioattivi anche impiegati in concentrate forme estrattive brevettate. I moderni integratori naturali anti-ansia/pro-sonno si caratterizzano inoltre per nuovi razionali di formulazione non solo basati sulla conoscenza tradizionale degli effetti di sostanze naturali ma anche oggi sulla conoscenza dei relativi meccanismi farmacologici d’azione sempre più noti. Grazie alla crescente ricerca scientifica ed a una conoscenza più completa dell’azione delle singole sostanze naturali, è quindi oggi possibile sfruttare anche in modo innovativo la sinergia di più bioattivi per un’azione globale e completa sui principali neurotrasmettitori coinvolti nella patogenesi dei disturbi d’ansia e del sonno. Un esempio di questo criterio formulativo è l’associazione di piante medicinali ad azione GABA-ergica con piante medicinali ad azione serotoninergica; questo criterio formulativo si allinea alle moderne linee guida cliniche di gestione farmacologica dei disturbi d’ansia; un altro esempio è l’associazione di melatonina con piante medicinali ansiolitiche e ipnoinducenti (es. Valeriana) mirando al contrasto del disturbo attraverso la regolazione circadiana ed effetti GABA-correlati. L’aspetto della specificità dei bioattivi vegetali impiegati, generalmente confermata dal loro uso tradizionale, è un fattore critico fondamentale nel determinare una reale e apprezzabile azione di questi preparati che si pongono come coadiuvanti in una problematica dalla fisiopatologia complessa della quale sono note le principali vie biochimiche coinvolte, sulle quali non sempre è facili agire. Per questi motivi la moderna fitoterapia convenzionale riprende, nelle nuove formulazioni, l’uso di piante medicinali della tradizione proprio per il loro ampio impiego etnomedicinale, mirando all’innovazione grazie a diversi nuovi criteri di associazione. Alla luce infatti delle evidenze della moderna ricerca scientifica è possibile oggi infatti sfruttare sinergie e potenziamento d’azione delle singole piante medicinali o bioattivi ansiolitici/pro-sonno anche a favore della sicurezza d’uso evitando l’uso degli elevati dosaggi necessari per le piante medicinali usate singolarmente.

 

Passiflora

Una della piante medicinali di maggior interesse per la sua azione positiva sui comuni disturbi d’ansia e del sonno è la Passiflora (Passiflora incarnata L. –fam. Passifloraceae) che offre un profilo anti-ansia/pro-sonno quasi unico tra le piante medicinali più note per gli stessi effetti. In Europa la Passiflora rappresenta una delle piante medicinali “ansiolitiche” ancora tra le più apprezzate poiché possiede un’azione farmacologica ben bilanciata tra effetti rilassanti diurni (ansiolitici) ed effetti rilassanti notturni a favore di una migliore acquisizione/quantità del sonno e del suo mantenimento. A differenza di altre piante medicinali ipnoinducenti o di altre sostanze regolatrici dei ritmi fisiologici del sonno, Passiflora non induce sonnolenza residua diurna e dimostra un profilo tossicologico sicuro.[16] In Italia il Claim ammesso dal Ministero della salute [20] per gli effetti fisiologici di Passiflora incarnata L. (fiori) è: “folium, herba cum floribus: Rilassamento (sonno; in caso di stress). Benessere mentale. Regolare motilità gastrointestinale ed eliminazione dei gas”. In Passiflora la generale azione rilassante psico-fisica e pro-sonno viene ricondotta, nelle evidenze scientifiche, a prevalente coinvolgimento farmacologico GABA-dipendente anche se questa pianta medicinale è tradizionalmente apprezzata anche per la sua capacità di favorire il benessere mentale, che viene ricondotta ad una accertata attività serotonino-correlata. In Passiflora gli effetti GABA-dipendenti e quelli serotonino-dipendenti suggerirebbero quindi una completa, e razionalmente moderna, attività anti-ansia.

 

Cenni storici

L’uso della Passiflora in Europa risale ai primi anni del 1600 quando il missionario agostiniano, Emmanuel de Villegas, la vide per la prima volta e ne rimase fatalmente colpito. “Non un solo elemento era in essa lontano dall’eloquente immagine che prepotente s’imprimeva nei suoi occhi. Un’immagine vivida, profonda: l’istantanea trasmutata in fiore dei simboli della cocente passione e crocifissione di Gesù Cristo. Nelle tortuose linee dei febbrili filamenti della raggiera centrale, era infatti possibile riconoscere la corona di spine che era stata posta sul capo di Gesù, nei tre stami affiorava il ricordo dei 3 chiodi coi quali egli era stato messo in croce, nei 5 petali ed nei 5 sepali il rimando ai 10 apostoli rimasti fedeli a Gesù, (lo stesso 5 sarebbe stato inoltre riconducibile alle piaghe, due alle mani, due ai piedi ed una al costato), nell’androginoforo la colonna della flagellazione e nei flessuosi rametti, le fruste con cui egli era stato flagellato”. [17] Al suo rientro dal Messico, il missionario mostrò lo stupefacente fiore al suo superiore, Padre Giacomo Bosio, che ne rimase anch’egli grandemente colpito; tanto da scrivere nei seguenti mesi un libro il “Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore” ove veniva fatta menzione del particolareggiato fiore. Tuttavia il medico ed erborista spagnolo Nicolas Monardes, scrivendo già intorno al 1570 e rivedendolo in seguito, descrisse i poteri erboristici del fiore e la sua presunta relazione con la Crocifissione. Non aveva mai visitato il Nuovo Mondo e si basava sui rapporti di coloro che vi avevano viaggiato, tradizionalmente si narra in Perù, attraversando l’oceano nei sanguinosi e remunerativi viaggi di conquista di Cortez negli anni Venti del Cinquecento. La storia della scoperta della Passiflora nella “Nuova Spagna” costrinse i missionari gesuiti nel 1608 a portare un disegno a colori e piante essiccate dal Nuovo Mondo al potente Papa Paolo V, lo stesso papa noto per aver presieduto il processo a Galileo. [17] Il suo nome, “Passiflora”, sembra essere stato scelto nel 1696 dal botanico inglese Leonard Plukenet. Un nome confermato nel 1753 dal naturalista svedese Linneo che mantenne intatto il nome attribuito dai padri agostiniani (dal latino Flos Passionis, fiore della passione, in riferimento alla passione di Gesù Cristo). Il termine “incarnata” si rifà alla purpurea e centrale corona e al violetto o rosaceo della sua periferia. La pianta originaria dell’America Centromeridionale, appartiene alla famiglia della Passifloraceae, un genere di piante che comprende più di 600 specie.

 

L’uso medicinale

La fama della Passiflora non dipende solo dai suoi portentosi fiori (capaci di raggiungere i 12 centimetri di diametro) o dagli armoniosi, audaci filamenti, capaci di imprimersi nella memoria dell’uomo che ne è testimone, ma anche dalle sue molteplici proprietà benefiche e salutari. Fin dall’antichità gli Aztechi ne utilizzavano infatti l’infuso quale potente rilassante. Basti pensare che ai tempi della Prima guerra mondiale, la Passiflora venne anche impiegata nella cura delle “angosce di guerra”. L’uso di Passiflora risale a molti anni e molte culture. È stato utilizzato nei sistemi medici ayurvedici, unani e siddha, [12] nonché nei nativi americani e in varie culture dell’America centrale e meridionale. L’uso preistorico della Passiflora incarnata risale al tardo periodo arcaico (8000-2000 a C) in Nord America, e studi etnobotanici ipotizzano che fosse utilizzata anche come pianta alimentare. [21] In medicina, è documentato che gli indiani Cherokee hanno usato e continuano a usare la radice di Passiflora in forma di infuso come tonico per il fegato. Le radici vengono anche martellate e utilizzate localmente come antinfiammatorio [21] e come analgesico.[34] Nel 1800 in Nord America, l’infuso di foglie era usato anche come sedativo, per il mal di testa e anche per il dolore generale così come per via topica per contusioni, mal di testa e dolore generale. [13] Da allora, in Canada, Europa e Stati Uniti, è stato utilizzato negli ultimi 200 anni come tranquillante e ansiolitico. È stato utilizzato anche per coliche, diarrea, dissenteria, difficoltà mestruali, insonnia, nevralgie, disturbi agli occhi, epilessia, convulsioni, spasmi muscolari e dolore in queste regioni. Paesi al di fuori del Sud America, hanno utilizzato questa pianta per le sue proprietà sedative e come narcotico (Iraq), per curare isteria e nevrastenia (Polonia), diarrea, dismenorrea, nevralgie (Turchia, America), ustioni, emorroidi, insonnia e per curare pazienti affetti da dipendenza da oppiacei (India). [21] Il fiore di Passiflora è stato usato in medicina come sedativo, ansiolitico, antispasmodico, ipotensivo. Le specie Passiflora edulis e Passiflora quadrangularis sono state entrambe usate tradizionalmente, tuttavia Passiflora incarnata mostra gli effetti più potenti. [26] Una volta che la Passiflora raggiunse l’Europa, divenne ampiamente coltivata e utilizzata per i sintomi lievi di stress mentale, ansia e disturbi del sonno lievi. [21] La più grande ammirazione per Passiflora in Europa fu durante il XVI e il XVII secolo, dovuta in parte ai suoi bellissimi fiori e in parte alla convinzione che i fiori di Passiflora rappresentassero la passione di Cristo [23] da cui il nome comune, Passiflora.

 

La composizione chimica

I principali costituenti chimici della Passiflora sono i flavonoidi (0,25%) come vitexina, isovitexina, orientina, isoorientina, apigenina, kaempferol e quercetina; gli alcaloidi indolici (0,1%) come harman, harmin, harmalin, harmol e harmalol; alcuni altri costituenti vegetali isolati come glicosidi, carboidrati, amminoacidi, benzopironi, glicosidi cianogeni come la gianocardina, derivati del pirone come maltolo ed etilmaltolo; due costituenti importanti come la crisina e la frazione del benzoflavone (BZF) tri-sostituito. [15][28] Passiflora nei frutti contiene inoltre composti enantiomeri degli acetati, butanoati, esanoati e ottanoati degli alcoli secondari (2-pentanolo, 2-eptanolo e 2-nonanolo). [31]

 

Le attività farmacologiche

La moderna ricerca scientifica attribuisce a Passiflora incarnata L. anche diverse altre azioni farmacologiche, rispetto a quelle ansiolitiche tradizionalmente più note, che potrebbero essere promettenti per la loro eventuale utilità coadiuvante nella gestione di problematiche molto attuali come le dipendenze da sostanze (cannabinoidi, nicotina, alcool). La Passiflora viene tradizionalmente apprezzata anche per la sua azione distensiva mentale e miorilassante nel periodo pre-mestruale e del climaterio. Le principali azioni farmacologiche attribuite a Passiflora sono: Azione anti-ansia e pro-sonno e favorente il benessere mentale [34][7][4]; Azione antimeteorica/antispastica intestinale [16]; Azione sulla disfunzione sessuale [15] [6] [14]; Azione anticonvulsivante [24]; Contrasto della dipendenza da cannabinoidi [12]; Contrasto della dipendenza da nicotina [26];Contrasto della dipendenza da alcool [13]; Attività afrodisiaca [10]; Azione antiasmatica [8]; Attività antitosse [9]; Attività antitumorale [21] [2]; Azione antipertensiva. [3] [33]

 

Passiflora e sonno

Un recente studio clinico (2020), metodologicamente rigoroso, disponibile in PubMed, conferma ulteriormente l’uso tradizionale di Passiflora incarnata L. come coadiuvante nella gestione delle problematiche del sonno:

Lee, J., Jung, H. Y., Lee, S. I., Choi, J. H., & Kim, S. G. (2020).
Effects of Passiflora incarnata Linnaeus on polysomnographic sleep parameters in subjects with insomnia disorder: A double-blind randomized placebo-controlled study.
International clinical psychopharmacology, 35(1), 29-35.

Lo scopo di questo studio clinico in doppio cieco randomizzato e controllato con placebo era quello di indagare gli effetti della Passiflora sul sonno valutando i parametri polisonnografici in soggetti con disturbo di insonnia. Un totale di 110 partecipanti adulti (età media = 40,47 ± 11,68, Femmina = 53,6%) ha soddisfatto i criteri di inclusione per il disturbo dell’insonnia secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Dopo randomizzazione, i pazienti hanno ricevuto un estratto di Passiflora oppure placebo per 2 settimane. I pazienti sono stati sottoposti a polisonnografia notturna ed hanno completato diari sul sonno, e sono stati valutati con l’indice di gravità dell’insonnia e l’indice di Pittsburgh della qualità del sonno. I risultati dello studio mostrano che il tempo di sonno totale (TST) è significativamente aumentato nel gruppo Passiflora rispetto al gruppo placebo (Passiflora vs placebo, 23,05 ± 54,26 vs −0,16 ± 53,12; P = 0,049) e che l’efficienza del sonno ed i risvegli notturni (WASO) risultavano significativamente migliorati dopo 2 settimane nel gruppo trattato con Passiflora. Lo studio conclude che Passiflora esercita effetti positivi su parametri oggettivi del sonno (incluso TST), valutati attraverso polisonnografia, in adulti con disturbo di insonnia.

Partecipanti

Per lo studio sono stati reclutati soggetti adulti di età compresa tra 18 e 59 anni che hanno soddisfatto i criteri diagnostici del disturbo di insonnia secondo la diagnostica e i criteri del DSM-5. I criteri di esclusione includevano i principali disturbi psichiatrici (schizofrenia, disturbo depressivo maggiore, disturbo bipolare e disturbo da uso di sostanze), disturbi dello sviluppo (disabilità intellettiva e disturbo dello spettro autistico), disturbi neurocognitivi (delirio e demenza), disturbi neurologici (epilessia e malattie cerebrovascolari), qualsiasi condizione medica grave in corso, storia di tentativo di suicidio, grave apnea ostruttiva del sonno, consumo di qualsiasi tipo di farmaci per il sonno durante il mese scorso, BMI> 30 kg / m2, russamento grave e lavoratori su turni. È stato ottenuto il consenso informato scritto da ogni soggetto prima della partecipazione.

 

Randomizzazione

Dopo una visita di screening iniziale, i soggetti sono stati randomizzati (1: 1) al gruppo Passiflora o al gruppo placebo. Una sequenza casuale generata da computer è stata utilizzata per allocare il partecipanti ai gruppi Passiflora o placebo. Gli sperimentatori e i partecipanti erano ciechi sulla somministrazione del preparato Passiflora o placebo. La sequenza casuale era nota solo ad un gestore esterno non coinvolto nello studio. L’accecamento è stato mantenuto fino al completamento dell’analisi dei dati.

 

Intervento

Il gruppo Passiflora ha ricevuto una capsula contenente 60 mg di estratto di Passiflora. L’estratto di Passiflora derivava da droga 80% foglie e 20% frutti. Le foglie dei frutti della Passiflora sono stati essiccati all’aria, macinati e mescolati con il 60% di alcol etilico, successivamente riscaldati a 80° C per 2 ore e filtrati. Infine l’estratto concentrato è stato essiccato a spruzzo con l’aggiunta della destrina. Il dosaggio dell’estratto di Passiflora impiegato per lo studio era relativamente basso, rispetto a quello di prodotti disponibili in commercio che principalmente contengono 250–900 mg di Passiflora. I quantitativi di Vitexina presenti nell’estratto di Passiflora sono stati analizzati e quantificati utilizzando una metodica HPLC-UV. Il gruppo placebo ha ricevuto una capsula indistinguibile da quella del trattamento; il placebo era composto principalmente da olio di soia. Le capsule di placebo e di Passiflora erano identiche per dimensioni, forma, colore e odore. I partecipanti dovevano assumere il trattamento o il placebo ogni notte per 2 settimane. Durante lo studio non sono stati consentiti farmaci per l’insonnia. Per valutare la conformità dell’assunzione del preparato rispetto alle indicazioni sono state contate le capsule rimanenti che i partecipanti hanno restituito agli sperimentatori alla fine dello studio. I partecipanti che hanno consumato meno dell’80% delle capsule consegnate sono stati considerati non conformi e sono stati esclusi dallo studio. Per valutare i parametri oggettivi e soggettivi del sonno al basale e dopo 2 settimane sono stati utilizzati la polisonnografia notturna e questionari di autovalutazione. I parametri polisonnografici del sonno includevano la durata totale del sonno (TST), l’efficienza del sonno, la latenza del sonno, totale eccitazione totale dei risvegli dopo l’inizio del sonno (WASO). I parametri soggettivi del sonno includevano TST, latenza del sonno, eccitazione totale e WASO e sono stati ottenuti con diari del sonno compilati dai partecipanti. I partecipanti hanno sono stati inoltre valutati con l’indice di gravità dell’insonnia (ISI) e il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). I livelli di depressione, ansia, e di stress sono stati esaminati attraverso la scala della depressione (CES-D), la Beck Anxiety Inventory (BAI) e la scala di valutazione globale dello stress recente (GARS).

 

Sicurezza e tollerabilità

Tutti i soggetti sono stati sottoposti a esame fisico, analisi delle urine, chimica del sangue ed ematologia al basale e dopo 2 settimane. Gli eventi avversi sono stati valutati in tutti i partecipanti che hanno ricevuto il trattamento.

 

Statistica

Per ottenere una potenza statistica dell’80% a un livello di 0,05 era richiesta una dimensione del campione di 49 partecipanti per gruppo. Considerando un tasso di abbandono del 10% sono stati quindi dimensionati i gruppi a 55 soggetti. Escludendo i soggetti con maggiore deviazione dal protocollo, sono state condotte analisi per protocollo per esaminare l’efficacia della Passiflora rispetto al placebo. Le differenze di gruppo sulle variabili demografiche e sui dati clinici di base sono stati analizzati utilizzando il Chisquared di Pearson test, test indipendenti o il test U di Mann – Whitney U. I confronti all’interno del gruppo prima e dopo il trattamento sono stati eseguiti utilizzando il Paired Sample T-Test o i test di classificazione di Wilcoxon. I dati tra i gruppi sono stati analizzati utilizzando test indipendenti o il test U di Mann-Whitney. Il valore di P <0,05 a due code è stato considerato statisticamente significativo. Tutte le analisi statistiche sono state eseguite utilizzando il SPSS 20.0 (SPSS- INC.Chicago,Illinois,USA). Le caratteristiche demografiche e le misurazioni di base dei dati clinici del gruppo della Passiflora e del placebo non dimostravano differenze significative.

 

Polisonnografia

I risultati della polisonnografia hanno dimostrato che il TST, come misurazione primaria, è stato notevolmente migliorato nel gruppo Passiflora rispetto al gruppo placebo (P = 0,049). Rispetto ai punteggi di base, l’efficienza del sonno e i WASO sono stati notevolmente migliorati nel gruppo Passiflora gruppo (P = 0,008, P = 0,025) così come l’efficienza del sonno che ha mostrato una tendenza al miglioramento nel gruppo Passiflora rispetto al gruppo placebo (P = 0,074). L’efficienza del sonno è stata calcolata dividendo il TST per il tempo totale passato a letto. Tutti i soggetti rispettavano la stessa quantità di tempo totale a letto durante la polisonnografia e quindi l’aumento dell’efficienza del sonno viene indicata da valori minori di questo rapporto (TST/ore passate a letto).

 

Parametri soggettivi del sonno

I parametri del sonno sono stati riportati sui diari del sonno e valutati attraverso specifiche scale come ISI e PSQI, ma non hanno evidenziato differenze significative tra il gruppo Passiflora e il gruppo placebo.

 

Depressione, ansia e stress

Rispetto al basale, i punteggi di CES-D, BAI e GARS dopo 2 settimane sono diminuiti nel gruppo Passiflora (P = 0,002, P = 0,009, P = 0,024) tuttavia senza differenze significative con il gruppo placebo.

 

Sicurezza e tollerabilità

Durante lo studio non si sono verificati eventi avversi gravi (AE).Due eventi avversi, sonnolenza e mal di testa, sono stati segnalati nel gruppo placebo. Nessun evento avverso è stato segnalato nel gruppo Passiflora. I risultati di laboratorio dei partecipanti erano tutti nei range normali e non erano significativamente diversi tra i gruppi.

 

Discussione

I risultati dello studio mostrano che la Passiflora ha migliorato il parametro TST della polisonnografia rispetto a placebo in soggetti con disturbo d’insonnia. Anche l’efficienza del sonno ha mostrato una tendenza al miglioramento in soggetti che hanno ricevuto Passiflora rispetto a quelli che avevano il placebo. I parametri soggettivi del sonno non hanno mostrato alcuna differenza significativa rispetto al placebo. La Passiflora è stata ben tollerata, senza segnalazioni di qualsiasi tipo di evento avverso. Ci sono pochissimi studi clinici precedenti che hanno indagato gli effetti della Passiflora, attraverso anche parametri oggettivi, su soggetti con insonnia. Uno studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo è stato condotto su pazienti femmine, per studiare gli effetti di diverse erbe medicinali e tra cui Passiflora sulla qualità del sonno. In questo studio, Passiflora, diazepam e placebo hanno tutti esercitato effetti, producendo una simile diminuzione della prontezza mentale. L’elettroencefalografia non ha mostrato alcun effetto della Passiflora rispetto al placebo.[29] Un altro studio in doppio cieco randomizzato controllato con placebo è stato condotto al fine di indagare l’efficacia di un infuso di Passiflora incarnata sulla qualità del sonno in 40 partecipanti. Dopo 1 settimana di periodo di trattamento, la qualità del sonno, misurata dai diari del sonno, ha mostrato una valutazione significativamente migliore per la Passiflora rispetto al placebo. Tuttavia, i risultati della polisonnografia solo su 10 partecipanti non hanno dimostrato alcuna differenza significativa.[25] Questo è il primo studio clinico che ha dimostrato gli effetti positivi della Passiflora sul sonno attraverso risultati polisonnografici in soggetti con insonnia. Tuttavia i parametri oggettivi del sonno diversi dal TST e i parametri soggettivi del sonno non hanno mostrato nessuno differenza rispetto al placebo. Potrebbero esserci diversi motivi per spiegare questo risultato apparentemente contraddittorio sui parametri valutati. In primo luogo, gli effetti sedativi di Passiflora è dimostrato risultino essere dose-dipendenti, e i 60 mg di estratto di Passiflora, utilizzati nello studio, potrebbero essere stati insufficienti per produrre una differenza misurabile anche soggettivamente.[30] Un precedente studio clinico ha mostrato risultati significativi, attraverso diari del sonno, somministrando 2g di estratto di Passiflora in forma di infuso. In secondo luogo, tra i partecipanti a questo studio non vi erano pazienti con grave insonnia come dimostrato dal TST oggettivo e soggettivo medio a basale che era più di 6 ore. Pertanto, i parametri soggettivi del sonno avrebbero potuto avere poche possibilità di miglioramento a causa della lieve gravità dell’insonnia dei partecipanti. In terzo luogo, il periodo relativamente breve della durata del trattamento avrebbe potuto essere insufficiente.[1] I report soggettivi di depressione, ansia e stress non mostrano differenza significativa rispetto al placebo, tuttavia i punteggi di depressione, ansia e stress sono tutti significativamente migliorati dopo 2 settimane rispetto al basale nel gruppo Passiflora, mentre nessun cambiamento è stato osservato nel gruppo placebo. L’effetto ansiolitico è uno dei ruoli farmacologici più studiati della Passiflora,[22] e la mancanza di risultati statisticamente significativi sui i parametri soggettivi del sonno potrebbero dipendere anche in questo caso dal dosaggio relativamente basso dell’estratto di Passiflora, dalla lieve gravità dell’ansia nei partecipanti e dalla breve durata del trattamento. In questo studio la limitata significatività dei risultati sulla soddisfazione soggettiva, rispetto ai dati oggettivi polisonnografici, rappresenta un aspetto da indagare ulteriormente perché la soddisfazione soggettiva, nella clinica dell’insonnia, è un parametro molto importante. Tuttavia, considerati tutti i limiti, in questo studio, i risultati della polisonnografia hanno mostrato che solo nel gruppo Passiflora i parametri del sonno sono stati notevolmente migliorati dopo l’intervento mentre nel gruppo placebo non vi è stato nessun miglioramento in tutti i parametri polisonnografici.

 

Conclusione

Questo studio è il primo che dimostra gli effetti positivi della Passiflora sui parametri polisonnografici del sonno in pazienti con disturbo di insonnia. I risultati hanno dimostrato un aumento significativo del TST sulla polisonnografia.

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International Clinical Psychopharmacology 2019, 35:29–35. PubMed.

“Effects of Passiflora incarnata Linnaeus on polysomnographic sleep parameters in subjects with insomnia disorder: a double-blind randomized placebo-controlled study”  

Jeewon Lee (a), Han-Young Jung (a), Soyoung Irene Lee (a), Ji Ho Choi (b) and Shin-Gyeom Kim (a)

Author information:

Departments of (a)Psychiatry and (b)Otorhinolaryngology – Head and NeckSurgery, Soonchunhyang University College of Medicine, Bucheon Hospital, Bucheon, Republic of Korea

Abstract

The purpose of the present double-blind randomized placebo-controlled clinical study was to investigate the effects of Passionflower on polysomnographic sleep parameters in subjects with insomnia disorder. A total number 110 adult participants (mean age = 40.47 ± 11.68, Female = 53.6%) met the inclusion criteria of insomnia disorder according to the DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). After randomization, patients received either the Passionflower extract or the placebo for 2 weeks. Patients underwent an overnight polysomnography and completed sleep diaries, Insomnia Severity Index, and Pittsburgh Sleep Quality Index. Within group comparisons were analyzed with paired t-tests or Wilcoxon’s signed rank tests, and between-group comparisons were analyzed with independent t-tests or Mann–Whitney U Tests, as appropriate. Total sleep time (TST) was significantly increased in the Passionflower group compared with placebo (Passionflower vs placebo, 23.05 ± 54.26 vs −0.16 ± 53.12; P = 0.049). Sleep efficiency and wake after sleep onset (WASO) significantly improved after 2 weeks in the Passionflower group but there was no difference compared with the placebo group. The current study demonstrated the positive effects of Passionflower on objective sleep parameters including TST on polysomnography in adults with insomnia disorder. Further study is needed to investigate the clinical efficacy of Passionflower on insomnia.

Int Clin Psychopharmacol 35: 29–35 Copyright © 2019 Wolters Kluwer Health, Inc. All rights reserved.

Key words: herbal medicine, insomnia, Passiflora incarnata, Passionflower, polysomnography, sleep

PMID: 31714321

 

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