Newsletter Fitoterapia nr. 48 – Settembre 2019
Lo zenzero per gli sportivi?
The Journal of Strength & Conditioning Research 29.10 (2015): 2980-2995.
“Ginger (Zingiber officinale) as an analgesic and ergogenic aid in sport: a systemic review.”
Wilson, Patrick B.
Lo Zenzero (Zingiber officinale Rosc.) è una pianta molto nota non solo come spezia ma anche per alcune sue proprietà medicinali pro gastrointestinali, antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche che risultano ampiamente dimostrate dall’uso tradizionale e dalla letteratura scientifica disponibile, ma attualmente lo zenzero viene frequentemente proposto per usi medicinali o integrativi diversi rispetto a quelli tradizionali; è il caso ad esempio della proposta dello Zenzero come integratore specifico per l’attività sportiva o come lipogenico a scopo dimagrante ritenendolo un acceleratore metabolico.
Sull’argomento è importante da subito sottolineare che anche una dimostrata attività farmacologica di un officinale non necessariamente si traduce nel relativo dimostrabile effetto clinico e che sulla base di questo presupposto, in assenza di dati clinici disponibili, può accadere che, per ottenere presunti e promessi effetti “miracolosi”, gli utilizzatori di queste sostanze naturali ne abusino in termini di dosaggio andando incontro a dannosi eventi avversi.
Questa newsletter propone una revisione critica dell’impiego dello zenzero come integratore specifico per l’attività sportiva sfruttandone gli effetti antinfiammatori ed analgesici e ne valuta criticamente l’effettività di potenziali effetti ergogenici specifici.
L’articolo di cui pubblichiamo i contenuti principali, pubblicato nel 2015 da “The Journal of Strength & Conditioning Research”, offre una sintesi di conferme degli effetti tradizionalmente noti dello Zenzero come quelli antinfiammatori e analgesici, che ad esempio risultano utili anche in area respiratoria, ed offre una valutazione critica di quali, di questi effetti, possano essere utili come integrazione specifica per gli sportivi.
Note introduttive
Le citazioni dell’uso medicinale ed alimentare dello Zenzero ricorrono già nei dialoghi di Confucio e Dioscoride ne riportò con enfasi le proprietà medicinali nel “Materia medica” che fu un testo di riferimento medico dall’epoca romana fino alla fitoterapia monastica medioevale. Citazioni allo Zenzero ricorrono nella Bibbia, nel Talmud e nel Corano ma è la medicina tradizionale cinese che lo considera un ingrediente “fondamentale” in quasi tutte le preparazioni fitoterapiche ritenendolo di base un potente “armonizzatore”. Dello Zenzero si utilizza per scopi alimentare e medicinali il rizoma, dal cui nome sanscrito “radice di corno” deriva il nome stesso della pianta [127].
Lo Zenzero è tradizionalmente usato sia fresco sia essiccato per alleviare disordini gastrointestinali come dispepsia, inappetenza, flatulenza, coliche ma anche come diaforetico nel trattamento del comune mal di gola, raffreddore e influenza sfruttandone appunto gli effetti analgesici, antinfiammatori ed antinfettivi e sempre l’uso tradizionale ne riporta anche l’impiego come naturale antiasmatico.
Nel rizoma della pianta infatti sono presenti molecole bioattive che dimostrano diversi effetti farmacologici anche potenzialmente superiori a quelli pro digestivi come e primariamente quelli antinfiammatori ed analgesici, ma anche antibatterici ed immunomodulatori [121,127].
Nel sistema tradizionale ayurvedico ed in quello Tibb (arabo) lo Zenzero viene descritto anche come un potente antinfiammatorio ed antidolorifico utile nelle problematiche osteoarticolari [126]; sempre l’utilizzo tradizionale ci tramanda l’uso dello Zenzero in contrasto ai disturbi delle prime vie respiratorie, come il mal di gola e come antinfluenzale sfruttandone appunto gli effetti analgesici, antinfiammatori ed antinfettivi e sempre nell’utilizzo tradizionale ne ricorre anche l’impiego come naturale antiasmatico [126].
Recentemente la ricerca scientifica ha ampiamente confermato le proprietà terapeutiche dello Zenzero sulla base dei dati ottenuti da studi randomizzati e meta analisi.
Dall’uso tradizionale in generale si deduce solidamente che l’impiego medicinale dello Zenzero sia correlabile al trattamento di disturbi accomunati da componente infiammatoria ed algica in ambito respiratorio, osteoarticolare e gastrointestinale.
Il rizoma di questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, risulta già utilmente medicamentoso in forma di droga fresca o essiccata in pezzi o in polvere (anche in tisana); basti pensare ai potenti effetti stimolanti, anche olfattivi, che derivano dalle sostanze volatili del rizoma a crudo del quale è noto che non se ne debba abusare. Il crescente interesse per le proprietà medicinali dello Zenzero ne ha generato un ricorrente impiego in prodotti ad uso integrativo/medicinale che ha portato al perfezionamento di moderne forme estrattive tecnico farmaceutiche come ad esempio gli estratti secchi titolati o gli oli essenziali che vengono utilizzati come fonte concentrata delle sostanze bioattive.
Le molecole bioattive che caratterizzano il fitocomplesso del rizoma dello Zenzero, prese nel loro insieme vengono generalmente chiamate gingeroli; i gingeroli sono molecole chimicamente diverse tra loro che, nel loro complesso determinano i principali effetti medicamentosi attribuiti alla pianta in toto.
Il rizoma dello Zenzero è ricco di amidi (circa 60%) e contiene una discreta quantità di olio essenziale, compresa tra lo 0,8 e il 2%. I costituenti responsabili del sapore tipico pungente della droga sono i gingeroli (vanillil chetoni) oltre ad altri analoghi dei gingeroli come gli shogaoli, il paradolo ed lo zingerone. Da queste sostanze dipende primariamente l’attività farmacologica dello Zenzero (Duke e Beckstrom 1999); i vanillil chetoni dello Zenzero includono 6-gingerolo e 8-gingerolo, il 10-gingerolo, il 6-shogaolo e 8-shogaolo, il 10-shogaolo e lo zingerone. Sono stati inoltre identificati altri composti come il 6-Paradolo, il 10-dehydrogingerdione e il 6 e 10-gingerdione [120-122].
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Lo studio in breve
Lo Zenzero è una spezia molto popolare nel trattamento di una varietà di malattie, incluso il dolore.
Gli atleti in particolare sono abituati ad impiegare farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS] per gestire e prevenire il dolore; sfortunatamente l’efficacia dei FANS si accompagna a sostanziali effetti aversi come i disturbi gastrointestinali, broncocostrizione durante l’esercizio fisico, iponatriemia, compromissione del rimodellamento del tessuto connettivo, difficoltà di resistenza nell’esercizio fisico con conseguente ritiro dalla competizione e malattie cardiovascolari.
In questo contesto lo Zenzero, tuttavia, può agire come promotore dell’integrità gastrointestinale e come broncodilatatore. Di questi effetti potenzialmente positivi dello Zenzero, è stata eseguita una revisione sistematica di studi randomizzati per valutare l’effettività dello Zenzero come aiuto analgesico ed ergogenico per l’esercizio fisico e lo sport.
Da 7 studi esaminati relativi all’impiego dello Zenzero come analgesico, le evidenze indicano che una opportuna supplementazione di Zenzero, se assunta per un minimo di 5 giorni, può ridurre modestamente il dolore muscolare da esercizio di resistenza eccentrica (es. pesistica) e da corsa prolungata.
Da 9 studi esaminati relativi all’impiego dello Zenzero come aiuto ergogenico non sono emersi effetti apprezzabili sulla composizione corporea, sul tasso metabolico, il consumo di ossigeno, la generazione di forza isometrica e/o lo sforzo percepito.
I dati raccolti suggeriscono che lo Zenzero può accelerare il recupero di massima forza dopo l’esercizio di resistenza eccentrica e ridurre la risposta infiammatoria all’esercizio cardiorespiratorio.
Lo Zenzero preso per 1-2 settimane può ridurre il dolore dovuto all’esercizio di resistenza eccentrica e alla corsa prolungata e sarebbe necessaria ulteriore ricerca per valutare la sua sicurezza ed efficacia come analgesico in una più vasta gamma di attività atletiche.
Dallo studio
Lo Zenzero è una spezia molto popolare rappresentata dai rizomi della pianta di Zingiber officinale [30] ed è stato usato per secoli per trattare diverse malattie, in particolare nelle culture non occidentali; tuttavia lo Zenzero è usato in tutto il mondo come integratore alimentare ed ingrediente alimentare. Nel 2002 l’Health and Diet Survey su commissione della Food and Drug Administration, ha reso pubblici i risultati di un’indagine da cui si deduceva che circa l’1,4% degli americani adulti avevano riferito di aver usato Zenzero come un integratore alimentare negli ultimi 12 mesi [92].
Diverse recensioni scientifiche e meta-analisi hanno esaminato l’uso dello Zenzero per la gestione di nausea e il vomito [31], la gestione del dolore [91], la prevenzione del cancro [84] e come antinfiammatorio [36]. Questo studio rappresenta un contributo di informazioni rispetto alla più generale mancanza di revisioni complete per delineare gli effetti fisiologici ed i potenziali usi dello Zenzero nel contesto dell’allenamento fisico e nello sport. Lo studio tuttavia rappresenta un ulteriore contributo alle conferme dei reali effetti antinfiammatori ed analgesici dello Zenzero e dei suoi potenziali in area respiratoria.
Questa revisione sugli effetti fisiologici, sui potenziali benefici e sugli effetti avversi dello Zenzero potrebbe risultare utile ad atleti e sportivi che ne vogliano prendere in considerazione l’uso nel contesto dell’allenamento fisico e dello sport.
Negli ultimi decenni l’industria degli integratori alimentari sportivi è cresciuta esponenzialmente in un mercato globale che ha raggiunto i 31,2 miliardi di dollari nel 2008 [9].
Per i motivi di cui sopra è stato obiettivo di questo articolo il fornire una panoramica sull’uso dello Zenzero come integratore alimentare specifico per atleti e per gli sportivi in genere. Particolare attenzione è stata rivolta alle proprietà analgesiche dello Zenzero e alla spiegazione dei meccanismi plausibili relativi ai notevoli effetti collaterali che possono derivare dall’uso del Fans, come antidolorifici, comunemente assunti da atleti e sportivi [109]. In generale lo studio si concentra sull’uso degli analgesici nello sport ed in particolare sugli effetti fisiologici dello Zenzero sul tratto gastrointestinale (GI) e sul sistema respiratorio in quanto apparati sottoposti a notevole stress durante l’esercizio prolungato e intenso e che possono essere aiutati dall’assunzione dello Zenzero. L’articolo riporta inoltre i dati di studi, disponibili in PubMed, che esaminano nel dettaglio gli effetti analgesici ed ergogenici dello Zenzero nell’allenamento e nello sport.
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L’uso dello Zenzero come analgesico nello sport
Sull’effetto analgesico del Ginger sono stati condotti diversi studi significativi sia nel modello umano [8,75,91] sia su quello animale [23,76,83].
In entrambi i modelli la determinazione degli effetti analgesici dello Zenzero è stata di grande importanza per indicarlo come un analgesico alternativo specialmente per l’uso nello sport e nell’esercizio fisico data la pletora di effetti avversi che accompagna l’impiego di farmaci analgesici ed in particolare di FANS che sono i farmaci analgesici più utilizzati dagli atleti [109].
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Prevalenza dell’uso di FANS nello sport
L’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei è molto diffuso durante le competizioni atletiche internazionali, con una sostanziale percentuale di atleti che usano i FANS in modo profilattico e che consumano più FANS contemporaneamente [24,99.100]. Durante il XV Pan American Games, per esempio, quasi il 65% degli atleti ha riferito di aver utilizzato FANS [24]. Durante le Olimpiadi di Sydney del 2000, negli atleti sottoposti a controllo antidoping, le stime di positività sono risultate inferiore del 25,6% e agli atleti era stato chiesto di dichiarare soli farmaci che avevano assunto negli ultimi 3 giorni [22].
Durante le Coppe del Mondo FIFA 2002 e 2006, il 30,8% degli atleti ha assunto FANS prima di una partita e il 10,6% ha preso i FANS prima di ogni partita [100].
Negli sport che coinvolgono contatti violenti, come il calcio americano, l’uso dei FANS è altrettanto frequente. Da una ricerca condotta sui calciatori nei College è emerso che il 73% degli atleti ha riferito di aver utilizzato FANS per il dolore durante la stagione precedente, con circa un terzo dei giocatori che ha dichiarato di aver assunto più della dose raccomandata [117]. Allo stesso modo, in un sondaggio tra i calciatori delle scuole superiori, il 75% aveva usato i FANS negli ultimi 3 mesi [111].
Se da un lato un prevalente uso di Fans sarebbe atteso in sport di contatto anche violento, risulta invece evidente che l’uso di FANS è molto diffuso anche tra atleti di sport non da contatto; in particolare il 50 – 70% degli atleti di sport di resistenza (triathlon, maratone, etc.) riferiscono di utilizzare regolarmente i FANS [35,45]. Dagli studi emergerebbe che l’incidenza degli effetti collaterali dei Fans sarebbero comunque non severi e limitati a quelli gastrointestinali tuttavia di seguito vengono riportate alcune considerazioni specifiche [35].
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Effetti avversi dei FANS nell’allenamento e nello sport
L’uso eccessivo di FANS suscita una serie di preoccupazioni sia nell’uso acuto sia in quello cronico. E’ da sottolineare che di seguito vengono riportati gli eventi avversi dell’uso di FANS in una condizione particolare e quindi del loro possibile abuso; pertanto le osservazioni di seguito riportate non possono essere generalizzate e diventare limitanti del corretto uso dei FANS utili ed efficaci in molte patologie.
Come noto i farmaci antinfiammatori non steroidei possono causare dolore gastrointestinale, emorragia gastrointestinale, nefropatia, epatite e reazioni anafilattiche [87,90] e sono spesso implicati nelle cause di ricoveri ospedalieri per interazioni farmacologiche con altri farmaci [10].
Se da un lato da tempo si è stabilito che i FANS possono causare effetti avversi noti, ricerche recenti hanno sollevato preoccupazioni sul loro uso nel contesto dell’allenamento fisico e dello sport anche per altri motivi; in breve, secondo questi studi, nei giovani atleti, i FANS potrebbero essere coinvolti nel sopprimere la sintesi proteica muscolare e la rigenerazione muscolare seguenti ad un esercizio fisico intenso [55,97]. L’ipotesi alla base di questi studi scientifici è che gli enzimi cicloossigenasi (COX) siano anche coinvolti nella regolazione della sintesi proteica muscolare e che l’inibizione delle COX possa ridurre l’incremento della sintesi proteica muscolare che normalmente si accompagna all’esercizio [112]. I farmaci antinfiammatori non steroidei che inibiscono gli enzimi COX sono stati quindi ritenuti possibili modificatori negativi degli adattamenti nell’allenamento [55], tuttavia, esaminando gli effetti a lungo termine del consumo di FANS sugli adattamenti funzionali e morfologici nell’allenamento di resistenza, non si è riusciti a individuare effetti negativi [47,96].
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Un ulteriore motivo di preoccupazione dell’uso dei FANS nell’attività sportiva sarebbe l’effetto di questi farmaci sull’adattamento mitocondriale all’esercizio fisico sulla base di quanto evidente in vitro e sull’animale e cioè che i FANS possono avere effetti deleteri sulla funzione mitocondriale, tuttavia mancano ancora conferme nell’uomo [78].
Rispetto al funzionamento dell’apparato gastrointestinale i FANS riducono l’integrità della barriera intestinale con conseguente aumento della permeabilità gastrointestinale durante l’esercizio fisico [50.105], ed il determinarsi di questa condizione può aumentare la risposta infiammatoria all’esercizio prolungato [68] ed aggravare il rischio di malattie infiammatorie [49].
Gli effetti negativi dei FANS sulla funzionalità gastrointestinale si estendono anche alla capacità di resistenza; i partecipanti alla Bonn Marathon del 2010 che avevano usato analgesici (la maggior parte dei quali erano FANS) aveva 5.1 volte in più la probabilità di incorrere in un evento avverso ed avevano 10 volte di più la probabilità di avere crampi gastrointestinali rispetto agli atleti che non avevano assunto i farmaci [48]. Sempre in questo contesto, negli atleti che avevano assunti i farmaci, i crampi gastrointestinali si sono rivelati tra le maggiori cause di ritiro dalla gara; di maggiore preoccupazione si sono invece rivelati 9 casi di ricovero ospedaliero, tutti verificatisi negli utenti che avevano assunto i farmaci analgesici [48].
Gli atleti consumano abitualmente i FANS nella convinzione di potere ridurre al minimo il dolore esistente o prevedibile durante l’esercizio e nella convinzione che questi farmaci permetteranno loro di poter continuare a competere grazie alla riduzione del dolore; nella letteratura scientifica tuttavia mancano le prove di questo ipotetico vantaggio [109] e, di conseguenza, non è chiaro se gli effetti collaterali gastrointestinali causati dai FANS addirittura prevalgano sui loro possibili effetti di sollievo dal dolore muscoloscheletrico, lasciando incertezza su come l’equilibrio di questi fattori influenzi le prestazioni.
E’ dimostrato che farmaci antinfiammatori non steroidei possono indurre iponatriemia durante la competizione [25.113], una condizione potenzialmente fatale poiché causa disorientamento, nausea, mal di testa e debolezza muscolare [66]; lo sviluppo di iponatriemia viene ricondotto in parte ad un’alterazione dell’azione dell’arginin-vasopressina (AVP); i FANS infatti riducono la sintesi renale di prostaglandine che inibiscono l’AVP, per cui l’assunzione di FANS comporta un aumento dell’azione dell’AVP e una riduzione dell’escrezione di fluidi [53]; non tutti gli studi concludono che i FANS aumentino il rischio di iponatriemia [2,38,76] tuttavia viene osservato che l’inconclusività di questi studi sulla questione dipenderebbe dalle modeste dimensioni del campione [38], da miti condizioni ambientali [2,76] e da altre variabili come la disponibilità di liquidi durante la gara [76].
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Per quanto riguarda la funzione respiratoria, i FANS hanno proprietà broncocostrittive che possono esacerbare i sintomi in soggetti con asma e broncocostrizione indotti dall’esercizio fisico [67]. Nell’uomo gli enzimi COX-1 e COX-2 sono espressi nell’epitelio delle vie aeree [26] e si ritiene che giochino un ruolo nella funzione respiratoria influenzando la produzione di prostaglandine E2 [73]. La prostaglandina E2 agisce sui recettori delle prostaglandine E sui mastociti respiratori, influenzando il rilascio di istamina e di leucotrieni [37]. L’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei inibisce gli enzimi COX, che a loro volta diminuiscono la produzione di prostaglandine E2, contribuendo all’ipersensibilità delle vie aeree agli antigeni [73]. Nonostante le stime varino a seconda della popolazione studiata, il 21% degli adulti e il 5% dei bambini con asma dimostra una risposta asmatica durante l’assunzione di FANS [più comunemente aspirina] [43]. Sorprendentemente, l’influenza della broncocostrizione indotta dall’esercizio sull’esercizio stesso rimane in gran parte sconosciuta [74] di conseguenza, sono necessarie ulteriori ricerche per delineare le interrelazioni tra uso di FANS, broncocostrizione indotta dall’esercizio fisico, e prestazione atletica.
L’uso frequente e ad alti dosaggi di FANS, a lungo termine, aumenta il rischio di eventi cardiovascolari [61]. Questo aumento del rischio di eventi cardiovascolari è in parte attribuibile agli effetti dei FANS sul rischio di ipertensione [33,34], una condizione responsabile di 7,6 milioni di decessi annuali in tutto il mondo [5].
Recentemente è aumentata la preoccupazione per il rischio di malattie cardiovascolari in particolare per gli atleti con una grande massa corporea e che praticano sport che prevedono collisioni fisiche violente, come il football americano. I calciatori con un alto indice di massa corporea (BMI. 28) incontrano una maggiore probabilità di usare i FANS [39] e mostrano elevati fattori di rischio cardiometabolico [7,17]; di conseguenza, l’uso cronico di FANS in questi atleti può essere particolarmente deleterio, a lungo termine, per la loro salute cardiovascolare.
Infine, i FANS possono avere effetti indesiderati sul rimodellamento e sulla riparazione del tessuto connettivo e osseo. In uno studio è stato dimostrato che il consumo cronico di FANS ha inibito l’incremento della sintesi del collagene rotuleo a seguito di una corsa di 36 km [20], suggerendo che l’uso di FANS per le tendinopatie croniche potrebbe avere effetti dannosi sul rimodellamento del tessuto connettivo.
A sostegno di questa ipotesi, la ricerca sperimentale sugli animali dimostra che i FANS ritardano la riparazione dei legamenti [110] e dei tendini [21,32] oltre a interferire con la guarigione della frattura ossea [11]; sull’argomento i dati sull’uomo sono limitati ma l’uso di FANS viene associato ad un rischio di frattura superiore del 44% come dimostrato in uno studio condotto su donne in condizioni perimenopausali [107] e nel Regno Unito è stato concluso che i pazienti (uomini e donne) che assumevano regolarmente FANS avevano un rischio più elevato di fratture (non vertebrali) rispetto ai non utilizzatori di questi farmaci. In particolare, è stato osservato che l’entità del rischio di frattura variava, per motivi sconosciuti, a seconda dei diversi tipi di FANS assunti [108].
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Meccanismi analgesici dello zenzero
Le proprietà analgesiche dello Zenzero rappresentano tutt’ora un’attiva area di ricerca; i meccanismi analgesici dello Zenzero vengono ricondotti al coinvolgimento di più sistemi attivi nel determinare la risposta infiammatoria.
E’ accertato che, analogamente ai FANS, lo Zenzero determina un blocco dell’attività degli enzimi COX [51,93] e quindi della sintesi di prostaglandine e leucotrieni [46]; oltre a quest’attività è stato accertato che lo Zenzero, analogamente a certi cannabinoidi, è un agonista del recettore vanilloide-1 [91], che si trova in tutto il sistema nervoso periferico e centrale, e che influenza l’elaborazione del dolore [63]. Il Ginger, in vitro, ha anche mostrato la capacità di inibire il rilascio di citochine proinfiammatorie da macrofagi [98]; le citochine proinfiammatorie vengono ritenute avere un ruolo nell’esacerbazione del dolore muscolare indotto dall’esercizio [18].
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Effetti gastrointestinali dello zenzero
Lo Zenzero, a differenza dei FANS, può agire come promotore della funzione gastrointestinale. In uno studio su soggetti con osteoartrite, un estratto di Zenzero si è dimostrato efficace quanto il diclofenac nella gestione del dolore con trascurabile disagio gastrointestinale e un aumento di prostaglandine della mucosa dello stomaco [29]. Studi sugli animali confermano che lo Zenzero riduce le lesioni gastriche dovute all’esposizione a sostanze gastroerosive [3,56]; questi effetti sarebbero dovuti all’inibizione di attività di H + gastrico e K + ‐ ATPasi e alla riduzione della secrezione acida gastrica [85].
Lo Zenzero si dimostra in grado di aumentare le prostaglandine della mucosa dello stomaco [29], contrariamente a quanto fanno i FANS che le esauriscono [87]; questi diversi effetti vengono ricondotti alla capacità dei componenti dello Zenzero di inibire selettivamente le COX-2 [102].
Lo Zenzero è da sempre considerato un agente antiemetico. Una revisione di studi randomizzati controllati che esaminano l’efficacia dello Zenzero per la nausea ed il vomito indotti dalla gravidanza ha concluso che lo Zenzero ha ridotto in gravidanza la frequenza del vomito e l’intensità della nausea [28]; esiste poi una revisione di studi randomizzati che esaminano l’efficacia dello Zenzero per la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia; questa revisione non indica prove conclusive che lo Zenzero, in questa situazione, sia un efficace agente antiemetico [52]. Sempre sull’effetto antiemetico dello Zenzero la recensione di Palatty et al. [70] ha confermato che la ricerca fino ad oggi ha portato a risultati contraddittori ed ha suggerito che i risultati discordanti potrebbero essere dovuti, tra l’altro anche a diversi fattori, come le variazioni nei composti bioattivi dello Zenzero a seguito dei trattamenti a cui viene sottoposto.
Nonostante i dati della sperimentazione clinica mostrino risultati discordanti, gli studi meccanicistici sostengono fortemente la plausibilità biologica dello Zenzero come antiemetico. In particolare,i componenti dello Zenzero agiscono come antagonisti dei recettori serotoninergici nel tratto gastrointestinale, prevenendo l’iperattivazione dei nervi afferenti vagali coinvolto nella patogenesi della nausea e del vomito [40,44]. Il rilascio di serotonina nel tratto gastrointestinale può causare contrazioni antrali che contribuiscono ai sintomi della nausea [86].
La nausea è un disturbo comunemente sperimentato durante l’esercizio fisico, in particolare nella corsa intensa di resistenza. In un sondaggio su maratoneti, circa il 20% ha riferito di avere nausea durante i tratti “difficili”, con prevalenza maggiore tra le femmine [77]; per questi motivi lo Zenzero rappresenta un composto “intrigante” per la prevenzione e la gestione della nausea indotta dall’esercizio fisico tuttavia non risultano pubblicazioni sugli effetti dello Zenzero sulla nausea indotta dall’esercizio.
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Effetti respiratori dello zenzero
Prove preliminari indicano che lo Zenzero agisce come broncodilatatore e potrebbe essere potenzialmente utilizzato come trattamento per contrastare la broncocostrizione indotta dall’esercizio fisico. I meccanismi degli effetti broncodilatatori dello Zenzero non sono del tutto chiari ma sembrano dipendere da un’azione sul recettore b-adrenergico [57] e da alterazioni del Ca2 + intracellulare nelle cellule muscolari lisce delle vie aeree [94].
La ricerca sperimentale su topi [94] e ratti [57] ha dimostrato che lo Zenzero riduce l’iper-reattività delle vie aeree. Inoltre, cellule muscolari lisce delle vie aeree umane isolate mostrano un rapido e significativo rilassamento a seguito dell’esposizione allo Zenzero [94] anche quando queste cellule sono contemporaneamente esposte ai beta-agonisti [95].
Così come i b-agonisti sono una terapia di prima scelta per l’asma, lo Zenzero potrebbe essere usato come trattamento integrativo. In uno studio controllato, che ha valutato l’effetto dell’integrazione con Zenzero per due mesi in pazienti asmatici, si sono dimostrati miglioramenti nel respiro sibilante, nel senso di costrizione toracica e nella dispnea senza cambiamenti nella spirometria [79].
La broncocostrizione indotta dall’esercizio, che è transitoria e che si verifica durante o dopo l’esercizio fisico, colpisce fino al 90% di soggetti con asma e fino al 50% di atleti professionisti [80]. Malgrado nessuna ricerca pubblicata abbia valutato gli effetti della supplementazione di Zenzero sulla broncocostrizione indotta dall’esercizio, data la forte plausibilità biologica dello Zenzero come broncodilatatore, più studi clinici invitano a valutare ulteriormente l’efficacia e la sicurezza dello Zenzero come trattamento primario o integrativo per contrastare la broncocostrizione indotta dall’esercizio fisico.
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EVIDENZE SULLO ZENZERO COME AIUTO ANALGESICO ED ERGOGENICO NELL’ATTIVITA’SPORTIVA
Metodologia di ricerca
Per trarre conclusioni sugli effetti dello Zenzero come analgesico ed ergogenico specifico nell’attività sportiva, questo studio nel 2015 ha proceduto ad una ricerca bibliografia in PubMed per identificare gli articoli che avessero esaminato gli effetti dello Zenzero in questo contesto. Non sono stati inclusi gli studi che esaminavano lo Zenzero come componente di un integratore multi-ingrediente per l’impossibilità di differenziare gli effetti dello Zenzero da quelli degli altri ingredienti.
In totale, sono stati identificati 7 studi che hanno esaminato le proprietà analgesiche dello Zenzero nell’esercizio fisico e nello sport [12-14,58,60,116] e 9 studi relativi agli effetti dello Zenzero come aiuto ergogenico [6,12-14,58,60,116,118].
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Lo Zenzero come analgesico per allenamento e sport
Black e O’Connor [13] per primi hanno valutato le proprietà analgesiche dello Zenzero nel contesto del dolore indotto dall’esercizio fisico. Utilizzando un design crossover, a 25 giovani in età universitaria (non professionisti) sono stati somministrati per via orale 200 mg di Zenzero oppure placebo 30 minuti prima di andare in bicicletta per 30 minuti (al 60% V_ O2peak), e venivano raccolti i punteggi del dolore al quadricipite ogni 5 minuti. Sebbene il dolore ai quadricipiti mostrasse piccoli aumenti dall’inizio alla fine dell’esercizio in entrambi i gruppi, non sono state riscontrate differenze significative nel dolore.
Un ulteriore studio di Black and O’Connor [14] ha valutato gli effetti di 200 mg di Zenzero o di placebo sul dolore derivante da esercizi eccentrici dei flessori del gomito. I partecipanti arruolati per lo studio hanno assunto lo Zenzero essiccato oppure capsule di placebo 24 e 48 ore dopo gli esercizi ed è stato valutato il dolore muscolare circa 30 minuti dopo. Lo studio ha utilizzato un design crossover, in modo tale che metà dei partecipanti consumasse Zenzero a 24 ore, mentre l’altra metà consumasse placebo alle 24 ore. Successivamente, i partecipanti che hanno consumato Zenzero a 24 ore hanno assunto placebo a 48 ore e vice versa è stato fatto per il gruppo placebo. Nel gruppo placebo non sono stati osservati effetti sul dolore muscolare mentre tra i partecipanti che hanno ricevuto lo Zenzero a 24 ore, il dolore al braccio è stato ridotto del 13% rispetto a partecipanti che hanno ricevuto placebo a 24 ore, la differenza tuttavia non era statisticamente significativa (Cohen’s = 0,48, p = 0,219).
Sebbene gli studi di cui sopra non abbiano indicato un chiaro beneficio della supplementazione acuta di Zenzero sul dolore muscolare indotto dall’esercizio fisico, ulteriori studi condotti da Black et al. [12] hanno concluso che in 11 giorni di supplementazione di Zenzero (200 mg /die) si è osservata un riduzione significativa del dolore derivante da azioni eccentriche dei flessori del gomito. L’indolenzimento muscolare era indotto, facendo completare ai partecipanti (non professionisti) 3 serie da 6 ripetizioni di esercizi di flessione del gomito usando un peso pari al 120% della ripetizione concentrica (1RM). L’articolo ha presentato i risultati di 2 studi separati, uno dei quali ha confrontato lo Zenzero crudo macinato verso placebo, mentre l’altro ha valutato gli effetti di Zenzero sottoposto a riscaldamento termico verso placebo. In entrambi gli studi, i partecipanti hanno consumato capsule di Zenzero o placebo per 7 giorni prima dell’allenamento, il giorno dell’allenamento e per 3 giorni dopo l’allenamento (un protocollo specifico si sollecitazione dei flessori del gomito). Gli studi hanno concluso che lo Zenzero crudo ha indotto un riduzione del dolore muscolare del 25% (p = 0,041) rispetto al placebo, mentre lo Zenzero trattato termicamente ha ridotto il dolore del 23% (p = 0,049) rispetto al placebo. La durata dell’integrazione è stata la principale differenza nella metodologia di questi studi rispetto ai precedenti suggerendo che le proprietà analgesiche dello Zenzero potrebbe richiedere diversi giorni per avere pieno effetto.
Lo studio più lungo identificato è stato condotto per un periodo di 6 settimane [58]. Sessanta atlete iraniane di taekwondo femminile sono state randomizzate in doppio cieco a 300 mg /die di polvere di Zenzero, polvere di cannella o placebo per 6 settimane, e sono stati rilevati i livelli di interleuchina 6 (IL-6) e il punteggio dell’indolenzimento muscolare (7- punto scala Likert).
Un totale di 49 atlete ha completato l’intervento di 6 settimane e lo studio ha concluso che il dolore muscolare dopo 6 settimane era più basso nel gruppo trattato con lo Zenzero rispetto a placebo (0,67 vs. 1,57, p, 0,01).
Più recentemente, Matsumura et al. [60] hanno esaminato gli effetti di 5 giorni di supplementazione di polvere di Zenzero (400 mg /die) sull’indolenzimento derivante da esercizi eccentrici di flessione del gomito.
A differenza dello studio di Black et al. [12], che ha esaminato l’effetto dello Zenzero per un periodo più lungo di trattamento, in questo studio l’integrazione è stata limitata ai 5 giorni prima dell’esercizio e non è stata continuata durante il periodo di valutazione post esercizio; questo studio non ha riportato risultati conclusivi sull’effetto dell’integrazione con lo Zenzero.
Infine, Wilson et al. [116] hanno valutato se 5 giorni di trattamento con 220 mg/die di estratto di radice di Zenzero riducessero il dolore muscolare in studenti di college impegnati nella corsa di addestramento 20–22 miglia. Il dolore muscolare è stato valutato a riposo e durante i movimenti dinamici come il jogging. Sebbene l’indolenzimento a riposo su un 100 mm della scala analogica visiva non sia stata significativamente ridotta dall’estratto di radice Zenzero, invece l’indolenzimento mediano durante il jogging 24 ore dopo la corsa di allenamento risultava inferiore nel gruppo trattato con lo zenzero rispetto al gruppo placebo (37 contro 62 mm; p = 0,04).
Nel complesso, 200 mg /die di Zenzero presi per una settimana prima e 3 giorni dopo l’esercizio di resistenza eccentrica possono contribuire a ridurre il dolore muscolare. Allo stesso modo, lo Zenzero preso per 3 giorni prima e il giorno dopo una corsa prolungata può contribuire a ridurre il dolore durante il jogging.
Un singolo dosaggio di 2 g di Zenzero non riduce sostanzialmente il dolore muscolare derivante da esercizi di resistenza o esercizio cardiorespiratorio.
12. Black, CD, Herring, MP, Hurley, DJ, and O’Connor, PJ. Ginger [Zingiber officinale] reduces muscle pain caused by eccentric exercise. J Pain 11: 894–903, 2010.
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60. Matsumura, MD, Zavorsky, GS, and Smoliga, JM. The effects of pre‐exercise ginger supplementation on muscle damage and delayed onset muscle soreness. Phytother Res 29: 887–93, 2015.
116. Wilson, PB, Fitzgerald, JS, Rhodes, GS, Lundstrom, CJ, and Ingraham, SJ. Effectiveness of ginger root [Zingiber officinale] on running-induced muscle soreness and function: A pilot study. Int J Ath Ther Train 2015. In press.
Lo Zenzero come aiuto ergogenico nell’esercizio fisico e nello sport
Black e O’Connor [13], oltre a valutare la capacità dello Zenzero nel ridurre dolore muscolare derivante da 30 minuti di attività ciclistica moderata, hanno misurato anche lo sforzo percepito, la frequenza cardiaca e il consumo di ossigeno 30 minuti dopo l’assunzione di 2 g di ingestione di Zenzero macinato; dallo studio non sono state osservate differenze significative tra le misure, indicando che l’ingestione acuta di Zenzero non influenza la funzione cardiorespiratoria durante un breve esercizio di moderata intensità. Un secondo studio di Black e O’Connor [14] ha valutato gli effetti dello Zenzero sulla mobilità, volume del braccio e tasso metabolico dopo azioni eccentriche del flessori del gomito; lo studio ha concluso che una singola dose di 2 g di estratto di Zenzero essiccato non aveva nessun effetto significativo su nessuno dei parametri valutati.
Black et al., in un articolo già sopra citato [12], hanno valutato gli effetti di un estratto di Zenzero (200 mg/die) somministrato per 11 giorni sui cambiamenti nella forza isometrica e sullo sforzo percepito.
L’articolo ha presentato i risultati di 2 studi separati, uno che ha confrontato lo Zenzero crudo con il placebo mentre l’altro ha valutato gli effetti dello Zenzero trattato termicamente con placebo.
All’inizio e al termine del trattamento è stata valutata la forza isometrica, con il gomito flesso a 90 gradi, facendo afferrare ai partecipanti una barra di legno collegata a un trasduttore di forza; analogamente sono stati valutati i tempi di intervallo dei movimenti, il volume del braccio e le prostaglandine E2, così come la lo sforzo percepito durante una serie di 3 ripetizioni di azioni concentriche/eccentriche dei flessori del gomito usando un peso pari al 50% del 1RM concentrico. L’articolo non riferisce differenze dei parametri valutati nei due modelli di studio per quanto relativo a movimento del gomito, forza isometrica o livelli prostaglandine E2 tuttavia le variazioni nei punteggi dello sforzo percepito risultavano da grado lievi a moderate (delta di Glass = da 20,35 a 20,59) tuttavia senza avere rilevanza significativa.
Le conclusioni di Black et al. [12] suggeriscono che lo Zenzero riduce il dolore muscolare ma non ha alcun effetto sulla funzione muscolare e avvalora l’ipotesi che lo Zenzero possa influenzare diversamente i percorsi coinvolti in questi 2 tipi di effetto. A sostegno di questa possibilità, la ricerca condotta con altri composti nutrizionali ha mostrato riduzioni del dolore muscolare senza paralleli miglioramenti della funzione muscolare [16,41]. L’inibizione della COX, una via primaria dell’effetto dello Zenzero, può ridurre il dolore muscolare ma con scarso effetto sulla funzione muscolare [71], suggerendo una logica meccanicistica per cui lo Zenzero può differenziarsi da altre sostanze nell’influire sul dolore muscolare e sugli esiti funzionali.
Atashak et al. [6] in uno studio randomizzato, di piccole dimensioni, hanno studiato gli effetti di 1 g/die di Zenzero somministrato per 10 settimane insieme ad allenamento di resistenza, valutandone l’impatto su eventuali cambiamenti nella composizione corporea misurando la pelle. Trentadue uomini obesi sono stati randomizzati a ricevere quattro diversi interventi e cioè (1) solo placebo, (2) solo Zenzero, (3) placebo + esercizio di resistenza, (4) Zenzero + esercizio di resistenza; al termine dello studio, come atteso, è emerso che i gruppi che avevano fatto esercizio di resistenza mostravano riduzioni della massa grassa e aumento della massa magra tuttavia in modo indipendente dalla supplementazione di Zenzero.
Mashhadi et al. [59] hanno poi valutato gli effetti di 3 g /die di polvere di Zenzero rispetto a cannella o placebo sulle prestazioni nell’esercizio fisico, sulla composizione corporea e sullo stress ossidativo in un campione di atlete iraniane di taekwondo; per alcuni limiti metodologici questo studio non suggerisce, relativamente a questo contesto, risultati concludenti, mentre suggerirebbe che lo Zenzero abbia contribuito a ridurre il dolore muscolare.
Zehsaz et al. [118] hanno studiato gli effetti dell’integrazione con lo Zenzero in corridori professionisti maschi che svolgevano un programma di 12 settimane complessive di allenamento. Ventotto corridori sono stati randomizzati a ricevere 1,5 g / die di polvere di Zenzero essiccata oppure placebo, per le ultime 6 settimane di un programma di allenamento di 12 settimane. Al termine delle 6 settimane di somministrazione dello Zenzero o di placebo sono stati misurati i marcatori infiammatori, il fattore di necrosi tumorale (TNF)-a, IL-6, IL-1b; i marcatori sono stati misurati a riposo e dopo un test sul tapis roulant per stabilire se lo Zenzero avesse esercitato effetti anti-infiammatori solo nel contesto dell’esercizio fisico. Alla fine del periodo di integrazione di 6 settimane, i livelli di TNF-a, IL-6 e IL-1b dopo il test al tapis roulant, erano inferiori di circa il 20–45% nel gruppo “Zenzero” rispetto al placebo. Nessuna differenza tra i 2 gruppi è stata osservata per i livelli di marker infiammatori a riposo.
Matsumura et al. [60] hanno valutato l’impatto della somministrazione di 400 mg/die di Zenzero per 5 giorni, verso placebo, sulla forza del bicipite, sui miglioramenti di movimento, sulla circonferenza del braccio ed i livelli di creatinchinasi. Il gruppo di atleti che ha ricevuto lo Zenzero ha mostrato un recupero della forza del flessore del gomito 1RM già nel periodo di recupero post-esercizio di 24-48 ore, mentre non è stato osservato nessun miglioramento significativo nel gruppo trattato con placebo nel periodo di post esercizio di 48-96 ore [60]. Questi effetti di miglioramento sono risultati in un tempo significativo di interazione terapeutica, suggerendo che lo Zenzero ha accelerato il recupero della forza di 1RM; nello studio non sono stati invece osservati miglioramenti nel movimento o sulla circonferenza del braccio.
Wilson et al. [116] hanno valutato se un estratto di radice di Zenzero, per 5 giorni a 220 mg /die, migliorasse il grado di funzione muscolare rispetto al placebo dopo una corsa di allenamento di 20–22 miglia. Per valutare la funzione muscolare prima e dopo il trattamento sono stati impiegati test specifici come lo squat o il salto da pedana elastica ma nel complesso, nessuna differenza nell’altezza di salto, nella forza di picco o nella velocità di sviluppo della forza è stata rilevata tra il gruppo di trattamento ed il placebo.
In generale questi studi indicano che lo Zenzero esercita una riduzione del dolore muscolare senza alcun beneficio sostanziale per la funzione muscolare supportando il risultati dello studio di Black et al. [12].
La letteratura scientifica attualmente disponibile sull’argomento non indica chiaramente un beneficio ergogenico dello Zenzero sul consumo di ossigeno, sulla frequenza cardiaca, sul metabolismo, sulla composizione corporea, sulla generazione di forza isometrica o sulla percezione sforzo.
Uno studio suggerisce che una dose relativamente elevata di Zenzero (400 mg/die) può accelerare il recupero di forza della parte superiore del corpo dopo esercizio eccentrico di resistenza.
L’integrazione cronica di Zenzero può ridurre il risposta infiammatoria derivante dall’esercizio cardiorespiratorio tuttavia sono necessarie ricerche per determinare se l’integrazione di Zenzero influisca su altri risultati di performance come gli adattamenti funzionali alla resistenza cronica e cardiorespiratoria.
6. Atashak, S, Peeri, M, Azarbayjani, MA, Stannard, SR, and Haghighi, MM. Obesity-related cardiovascular risk factors after long-term resistance training and ginger supplementation. J Sports Sci Med 10: 685–691, 2011.
12. Black, CD, Herring, MP, Hurley, DJ, and O’Connor, PJ. Ginger [Zingiber officinale] reduces muscle pain caused by eccentric exercise. J Pain 11: 894–903, 2010.
13. Black, CD and O’Connor, PJ. Acute effects of dietary ginger on quadriceps muscle pain during moderate-intensity cycling exercise. Int J Sport Nutr Exerc Metab 18: 653–664, 2008.
14. Black, CD and O’Connor, PJ. Acute effects of dietary ginger on muscle pain induced by eccentric exercise. Phytother Res 24: 1620– 1626, 2010.
16. Bryer, SC and Goldfarb, AH. Effect of high dose vitamin C supplementation on muscle soreness, damage, function, and oxidative stress to eccentric exercise. Int J Sport Nutr Exerc Metab 16: 270–280, 2006.
41. Jackman, SR, Witard, OC, Jeukendrup, AE, and Tipton, KD. Branched-chain amino acid ingestion can ameliorate soreness from eccentric exercise. Med Sci Sports Exerc 42: 962–970, 2010.
59. Mashhadi, NS, Ghiasvand, R, Hariri, M, Askari, G, Feizi, A, Darvishi, L, Hajishafiee, M, and Barani, A. Effect of ginger and cinnamon intake on oxidative stress and exercise performance and body composition in Iranian female athletes. Int J Prev Med 4: S31– S35, 2013.
60. Matsumura, MD, Zavorsky, GS, and Smoliga, JM. The effects of pre‐exercise ginger supplementation on muscle damage and delayed onset muscle soreness. Phytother Res 29: 887–93, 2015.
116. Wilson, PB, Fitzgerald, JS, Rhodes, GS, Lundstrom, CJ, and Ingraham, SJ. Effectiveness of ginger root [Zingiber officinale] on running-induced muscle soreness and function: A pilot study. Int J Ath Ther Train 2015. In press.
118. Zehsaz, F, Farhangi, N, and Mirheidari, L. The effect of Zingiber officinale R. rhizomes [ginger] on plasma pro-inflammatory cytokine levels in well-trained male endurance runners. Cent Euro J Immunol 39: 174–180, 2014.
SICUREZZA DELL’IMPIEGO DELLO ZENZERO
Lo Zenzero è generalmente riconosciuto come sicuro dalla Food and Drug Amministrazione [101] e dagli studi clinici non emergono eventi avversi gravi che sono generalmente di tipo gastrointestinale come a volte il bruciore di stomaco e quindi lo Zenzero risulta generalmente bel tollerato. Eventuali altri effetti avversi di tipo irritativo intestinale sono stati rilevati solo a dosaggi molto elevati e molto superiori a quelli usati per scopi terapeutici o integrativi [27]. In letteratura sono presenti alcuni riferimenti al potenziale dello Zenzero di poter aumentare il rischio di sanguinamento e di interagire con i con i farmaci anticoagulanti [64,82] tuttavia questi riferimenti si basano principalmente sulla ricerca in vitro che mostra che lo Zenzero inibisce la sintesi del trombossano e l’aggregazione piastrinica [69,88] mentre gli studi condotti sull’uomo sono contradditori [42,54,89]. Non esistono evidenze che lo Zenzero agisca negativamente sulla fisiologia renale o sul tessuto connettivo o sul rimodellamento osseo [112].
27. Desai, HG, Kalro, RH, and Choksi, AP. Effect of ginger & garlic on DNA content of gastric aspirate. Indian J Med Res 92: 139–141, 1990.
42. Janssen, PL, Meyboom, S, van Staveren, WA, de Vegt, F, and Katan, MB. Consumption of ginger [Zingiber officinale roscoe] does not affect ex vivo platelet thromboxane production in humans. Eur J Clin Nutr 50: 772–774, 1996.
54. Lumb, AB. Effect of dried ginger on human platelet function. Thromb Haemost 71: 110–111, 1994.
82. Saw, JT, Bahari, MB, Ang, HH, and Lim, YH. Potential drug–herb interaction with antiplatelet/anticoagulant drugs. Complement Ther Clin Pract 12: 236–241, 2006.
89. Srivastava, KC. Effect of onion and ginger consumption on platelet thromboxane production in humans. Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids 35: 183–185, 1989.
101. U.S. Food and Drug Administration. Code of Federal Regulations Title 21. Available at: http://www.accessdata.fda.gov/scripts/cdrh/ cfdocs/cfcfr/CFRSearch.cfm?fr=182.20. Accessed January 3, 2015.
102. van Breemen, RB, Tao, Y, and Li, W. Cyclooxygenase-2 inhibitors in ginger [Zingiber officinale]. Fitoterapia 82: 38–43, 2011.
APPLICAZIONI PRATICHE
Le prove indicano che 200 mg/die di Zenzero possono modestamente ridurre il dolore muscolare derivante dall’esercizio di resistenza eccentrica, in particolare in individui non allenati e se assunto per 1-2 settimane. Allo stesso modo, 5 giorni di integrazione di Zenzero (200 mg/die) può ridurre l’indolenzimento derivante da un esercizio prolungato, mentre 5 giorni di integrazione ad alte dosi (400 mg/die) può accelerare il recupero della forza muscolare dopo allenamento di resistenza eccentrica. Al contrario, una singola dose dello Zenzero ha effetti quasi impercettibili sul dolore muscolare, sul metabolismo, sul consumo di ossigeno, sulla generazione di forza isometrica o sullo sforzo percepito. Inoltre, il consumo cronico di Zenzero non sembra modificare le risposte alla composizione corporea durante l’allenamento di resistenza. Tuttavia, l’integrazione cronica di Zenzero può ridurre la risposta infiammatoria all’esercizio fisico.
La letteratura scientifica attualmente disponibile e prove circostanziali suggeriscono che lo Zenzero possa offrire una favorevole combinazione di effetti analgesici, gastrointestinali e respiratori, e quindi, sembra ragionevole condurre ulteriori ricerca per approfondire le conoscenze sullo Zenzero come analgesico ed ergogenico per l’allenamento fisico e lo sport. [128]
128.Wilson, Patrick B. “Ginger (Zingiber officinale) as an analgesic and ergogenic aid in sport: a systemic review.” The Journal of Strength & Conditioning Research 29.10 (2015): 2980-2995.
The Journal of Strength & Conditioning Research: October 2015 – Volume 29 – Issue 10 – p 2980–2995
Ginger (Zingiber officinale) as an analgesic and ergogenic aid in sport: a systemic review
Patrick B. Wilson
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Abstract
Ginger is a popular spice used to treat a variety of maladies, including pain. Nonsteroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) are frequently used by athletes to manage and prevent pain; unfortunately, NSAIDs contribute to substantial adverse effects, including gastrointestinal (GI) dysfunction, exercise-induced bronchoconstriction, hyponatremia, impairment of connective tissue remodeling, endurance competition withdrawal, and cardiovascular disease. Ginger, however, may act as a promoter of GI integrity and as a bronchodilator.
Given these potentially positive effects of ginger, a systematic review of randomized trials was performed to assess the evidence for ginger as an analgesic and ergogenic aid for exercise training and sport.
Among 7 studies examining ginger as an analgesic, the evidence indicates that roughly 200 mg/die of ginger may modestly reduce muscle pain stemming from eccentric resistance exercise and prolonged running, particularly if taken for a minimum of 5 days. Among 9 studies examining ginger as an ergogenic aid, no discernable effects on body composition, metabolic rate, oxygen consumption, isometric
force generation, or perceived exertion were observed.
Limited data suggest that ginger may accelerate recovery of maximal strength after eccentric resistance exercise and reduce the inflammatory response to cardiorespiratory exercise.
Major limitations to the research include the use of untrained individuals, insufficient reporting on adverse events, and no direct comparisons with NSAID ingestion.
While ginger taken over 1–2 weeks may reduce pain from eccentric resistance exercise and prolonged running, more research is needed to evaluate its safety and efficacy as an analgesic for a wide range of athletic endeavors.
KEY WORDS excercise, nutrition, pain, dietary
DOI: 10.1519/JSC.0000000000001098
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